“‘Stato sponsor del terrorismo‘ è un termine della legge statunitense. Non esiste nel diritto dell’Unione europea, ma un consigliere di Zelensky lo ha richiesto attraverso la rivista del Parlamento. Ed eccoci di nuovo qui a fare rapporto“. E’ un fiume in piena Clare Daly, europarlamentare irlandese ed esponente del partito Independents 4 Change, iscritta al gruppo Gue/Ngl. Il riferimento è all’articolo comparso sul magazine ufficiale del Parlamento europeo, the Parliament Magazine, a firma di Vladyslav Vlasiuk, consulente dell’Ufficio del Presidente dell’Ucraina e primo vice capo della Task Force UA, un gruppo di lavoro incentrato sulla persecuzione delle persone coinvolte nella guerra in Ucraina.

Nel suo intervento, il consigliere del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, chiedeva a gran voce l’inserimento della Russia tra gli Stati sponsor del terrorismo per le sue azioni in Ucraina. Una richiesta che, denuncia la deputata irlandese, allontana la fine del conflitto: “E tutto ciò renderà la pace più difficile da raggiungere. Naturalmente, gli estremisti non vogliono la pace, non vogliono strade per arrivarci, vogliono che tutti i ponti vengano bruciati e che l’Ucraina diventi un mattatoio permanente in una crociata suicida contro la Russia“.

Ma non finisce qui. Daly, nel suo accorato discorso, se la prende anche con chi è pronto a scagliarsi contro la Russia, ma non contro le azioni “terroristiche” degli amici dell’Occidente: “Quindi, se volete iniziare a fare i nomi degli Stati sponsor del terrorismo, facciamoli. La sponsorizzazione europea del terrorismo israeliano in Palestina. La sponsorizzazione occidentale del terrorismo saudita in Yemen. L’Isis, il prodotto della sponsorizzazione francese, americana, britannica, turca e del Golfo in Siria e in Iraq. Decenni di terrorismo di destra sostenuto dagli Stati Uniti contro la rivoluzione cubana. I Contras in Nicaragua. Gli squadroni della morte in Guatemala e in El Salvador. Ricordiamo il Vietnam, il Laos. La Cambogia. Orrore dopo orrore. Terrore dopo terrore. Non c’è nulla di costruttivo nel bue che dà del cornuto all’asino! Inizieremo mai ad affrontare la questione, iniziare a sostenere la pace, la fine della guerra, una questione che è palesemente nell’interesse dei cittadini dell’UE, dell’Ucraina e della Russia?“.