Le sanzioni imposte dall’Unione Europea alla Russia stanno affossando l’industria italiana. E sebbene questo appaia ormai con un fatto, c’è chi non riesce a vedere al di là del proprio naso, continuando a ripetere – come fosse un mantra – la necessità di dare sostegno al popolo ucraino. Ma se questo sostegno si trasforma per noi in una condanna? Il Senatore Gianluigi Paragone, leader di Italexit, esprime in diretta tutta la sua contrarietà rispetto alla politica adottata in favore di Kiev.

Buoni o cattivi? Questione di interesse

“È il senso di recitare la pastorale buonista e poi il senso di distruggere il tessuto imprenditoriale italiano. È come se gli italiani avessero la colpa di essere ricchi di patrimoni personali, familiari e di piccoli imprenditori nonché la colpa di essere bravi: il famoso ‘calabrone italiano’, l’economia italiana era un po’ come il volo del calabrone, che vola nonostante non si sappia come faccia a volare. Noi diamo fastidio. Le sanzioni non servono a nulla e il discorso buoni-cattivi non ha alcun senso perché ognuno è buono o cattivo a seconda dell’interesse. Adesso l’Iran è disponibile a coprire il fabbisogno europeo di energia? Era nella colonnina dei cattivi fino a poco tempo fa. L’Azerbaijan è buono o cattivo? Se andiamo a chiedere all’Egitto di darci il gas, è lo stesso Egitto a cui chiediamo verità per Giulio Regeni? La Storia è piena di cattivi che sono stati tolti dagli americani per mettere dei buoni, che poi diventavano cattivi”.

Un vile ricatto

“Non spetta a noi fare l’esame del sangue ai buoni e ai cattivi perché altrimenti dobbiamo anche guardare con la lente di ingrandimento quello che fa l’America in giro per il mondo. Ma non m’interessa, io in questo momento devo pensare a quel che succede nel mio Paese. E mi sono rotto le scatole di questo buonismo. Ora Letta dice ‘c’è un’allarme democrazia’: sì, è il loro, perché non c’è nulla di più anti-democratico della falsità dei finti buoni. Mi sono rotto le p**lle dei buoni che devono dimostrare di essere buoni: hanno distrutto l’economia, stanno distruggendo le famiglie. Se tu metti l’obbligo vaccinale a 50 anni è un vile ricatto, sei un bastardo, lo sai benissimo che se un cinquantenne esce dal mondo del lavoro non lo ritrova più. Quindi, il tuo compito non era mettere l’obbligo vaccinale bensì impedire che se perdi il lavoro a 50 anni non lo ritrovi più perché sei un morto che cammina e sei oberato di debiti. Se c’è un allarme democratico, è esattamente rappresentato da Letta, che praticamente sta dicendo: ‘O fate come vogliamo noi, o siete fuori’. Allora riascoltatevi ‘I buoni e i cattivi’ di Bennato, è la colonna sonora perfetta. “Noi il 15 settembre saremo a Roma davanti all’ENI a fare una manifestazione in cui parleremo dell’utile che ENI ha fatto (7 miliardi di euro) e delle condizioni in cui versano le famiglie e le imprese italiane”.