Mourinho e il suo vecchio amore. Lo Special One domani vedrà dalla tribuna (squalificato) la sfida della sua Roma contro l’Inter. I colori nerazzurri hanno accompagnato la carriera del portoghese nel periodo glorioso del triplete nel 2010.

A San Siro ci si gioca tanto da una parte e dall’altra. Simone Inzaghi deve puntellare la propria posizione in panchina dopo le ultime prove certamente non esaltanti da parte di Skriniar e compagni. I giallorossi invece devono riscattare la beffarda sconfitta interna contro l’Atalanta di Gasperini. Al ritorno dalla pausa per la Nazionali occhio alle eventuali sorprese sempre dietro l’angolo.

In classifica capitolini e nerazzurri sono distanti di una sola lunghezza. Lo stesso tecnico lusitano ha parlato alla Gazzetta dello Sport: “Per me ogni vittoria è speciale o ogni trofeo è unico a suo modo. La mia voglia di vincere non andrà mai via, ci riproverò con tutto me stesso anche con la Roma. Non penso di essere il miglior allenatore al mondo, ma penso che nessuno al mondo sia migliore di me. Ho vissuto in altre città in cui esisteva una forte rivalità fra due o più club, sono abituato e non ci faccio caso. Sono affezionato a tutti i calciatori che ho avuto ai miei ordini, non solo alcuni“.

Il Mourinho romanista descritto dai nostri opinionisti

Alessandro Vocalelli

Mourinho ha portato un cambio di mentalità nella Roma. Lui ambisce sempre al massimo traguardo e per questo carica i tifosi, l’ambiente e la società pur di ottenere quello che chiede. Di pari passo sul campo però si deve vedere qualcosa di meglio. Mourinho, allenatore straordinario e mitico, deve però cresce insieme a tutta la squadra sotto l’aspetto della qualità del gioco espresso

Furio Focolari

Mourinho ha vinto quello che ha vinto e nessuno può mettere in dubbio la sua storia. Certamente la qualità del gioco è l’aspetto più vulnerabile dello Special One. Dal punto di vista tecnico-tattico ci sono diversi allenatori altrettanto bravi. Il portoghese però è come Bryant o Jorda, come i Beatles. Nel suo lavoro ha segnato un’epoca. Mourinho è un mito, poi però si può anche sbagliare.

melli

Franco Melli

Io sono meno entusiasta rispetto ai colleghi. Riconosco il grande passato di Mourinho con i 25 titoli vinti in carriera. Ciononostante la mia conclusione è questa: meraviglioso dialetticamente e come motivatore, ma cade un po’ l’asino quando ci sono le partite. L’anno scorso la Roma ha deluso in campionato e ogni tanto prendeva la batosta. In estate dopo quel mercato sontuoso pensavo che non fosse più così e che i giallorossi partissero a passo di carica. La partita di domani con l’Inter serve a ripristinare la Roma delle fantasticherie estive dei tifosi o a riportarci alla routine di sempre