Sondaggi, sondaggi ovunque. Secondo l’ultima rilevazione di Quorum/YouTrend per Sky TG24, se oggi si andasse a votare, Fratelli d’Italia sarebbe ancora il primo partito (24,2%), seguito dal Partito Democratico (21,9%). Ma che valore dare ai sondaggi? E soprattutto, possono avere un impatto sugli elettori più indecisi?

Marco Antonellis, retroscenista politico, prova a dare una spiegazione: “I sondaggi sono un’arma a doppio taglio perché possono servire non solo a capire l’umore dell’elettorato, ma anche a orientarlo. C’è un effetto studiato molto bene in psicologia, ossia l’‘effetto band wagon’, per cui l’opinione del singolo tende a uniformarsi a quella della maggioranza: in politica, i cittadini salgono sul ‘carro del vincitore’. Nell’ultima settimana, quindi, se il cittadino sa che una data forza politica sta vincendo, e lo sa dai sondaggi, tende ad aggregarsi; viceversa, se sa che ci sono dei partiti messi male, tende a mollarli. Per questo in molti ritengono che Fratelli d’Italia possa sfiorare o raggiungere il 30%, potrebbe fare il pieno. Viceversa, alcuni partiti più deboli e in difficoltà, come Forza Italie e Lega, l’ultima settimana potrebbero scendere di parecchio”.

Tempo fa, Antonellis aveva paventato l’ipotesi che, dopo i risultati delle elezioni, i primi due partiti – Fratelli d’Italia e Partito Democratico – si sarebbero potuti alleare per governare: “Si tratta di uno scenario possibile. Ci sono tante variabili, quella Salvini, quella Berlusconi… Il Quirinale comunque ne ha la facoltà. Per esempio, ci potrebbe essere un tentativo, da parte di Giorgia Meloni, di creare una maggioranza. Io credo sempre che la prima opzione sia quella di un Governo di Centrodestra a guida Meloni, la quale deve avere il coraggio di farlo. Poi mi rendo conto che non è facile governare con Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, soprattutto con il primo. La missione di Giorgia Meloni non sarà facilissimo”.

C’è poi chi critica Meloni per l’operazione di accreditamento che sta facendo agli occhi di Bruxelles e di Washington: “Si tratta solo di sano realismo, non viviamo su una torre d’avorio. Utilizzerà Mario Draghi, che si è messo a disposizione: d’altra parte, lo vedete tutti, sembra che il partito che sta sposando l’Agenda Draghi, più che quello di Calenda, sia quello della Meloni. Non passa giorno in cui non faccia dichiarazioni in sintonia con quelle di Draghi. Questi sono segnali inequivocabili in politica, non si fanno queste cose per caso”.