Elezioni alle porte si deve discernere tra ciò che è urgente e ciò che può essere rimandato. Dobbiamo “mettere il filo delle priorità” come suggerisce il Prof. Alberto Contri, docente di Comunicazione.

I grandi partiti si scambiano visibilità e cercano di polarizzare lo scontro. Un meccanismo che rimanda spesso alla famosa dicotomia “bene e male”. Ma nella realtà non è così, le elezioni del 25 settembre non vedranno solo due schieramenti. Spesso si chiede di votarne uno per arginare lo “strapotere” dell’altro, si dimentica però che ci sono partiti che si sono impegnati e continuano a farlo per avere “il loro posto”, rappresentando gli italiani che non si rivedono nei due grandi schieramenti.

Secondo il Prof. Contri: “Abbiamo queste elezioni, abbiamo quattro liste che si sono presentate e dentro ci sono delle persone rispettabilissime: decidiamo di aiutarli e di farli arrivare in Parlamento. Il PD è terrorizzato – per il sistema elettorale, se vanno sotto una certa quota prendono un cappotto – e allora cerchiamo di mandare qualcuno in Parlamento. Questa è solo una piccola cosa che possiamo fare”.

Cosa verrà dopo? Su cosa si dovrà lavorare dopo le elezioni? A questo proposito il prof. ha le idee chiare: “Nel libro “Psicologia del totalitarismo” alla fine Mattias Desmet dice proprio: uno dei compiti fondamentali è ricucire il tessuto sociale facendo ripartire la cultura, l’apprendimento, ecc. Esattamente quello che io propongo nei gruppi di resistenza umana. Quindi quello che bisogna fare adesso è ricostruire un tessuto sociale e ci vorranno anche anni per fare questo. Bisogna fare un lavoro più in profondità. Noi dobbiamo cercare di ricostruire dei movimenti in tutta Italia di persone che fanno iniziative per la scuola, ecc. grazie anche alla radio”.