Ancora tu? Ma non dovevamo vederci più?
Proprio così, dopo il biennio pandemico torna a farsi sotto la ‘scienza’ a spiegarci perché, alla luce delle bollette e della guerra in corso (qualcuno parlerebbe pure di speculazione), avere un grado in meno in casa non solo è giusto, ma anche auspicabile: “Vivere a 19 gradi non è un dramma, si possono perdere i chili di troppo“, si legge sul Messaggero.
E ancora: “L’aria condizionata fa ingrassare: una ricerca scientifica sorprendente spiega perché”.
Capito? Lo dice la scienza! Tutti a risparmiare, visto che da oggi – con che tempismo, poi – la scienza ci dice che fa bene all”organismo (chissà che non stimoli anche la mente, altri studi saranno probabilmente in corso).

Esiste anche chi però resta scettico sulla questione e pone dubbi su tali ricerche: non tanto scientifici, quanto filosofi. Già perché è alquanto curioso, in effetti, come dopo una decisione o una linea di governo discutibile e impopolare, arrivi sempre sua maestà ‘la scienza’ a sciogliere ogni dubbio. Mai che esca con un certo tempismo una ricerca sull’efficacia di certi antinfiammatori contro il Covid, mai che ci sia uno studio sui benefici procurati al benessere psicofisico dal vivere con qualche grado in più.
Strana epoca, quella in cui la scienza conferma sempre le decisioni del potere“, sintetizza il filosofo Diego Fusaro.

Ma per capire il conformismo della scienza non serve uno studio: basta tornare a una scena cult del 1961, in cui il mitico Totò vende la fontana più famosa del Mondo a uno sprovveduto turista italo-americano. Tralasciando la comicità del siparietto, l’inganno trova il suo vero punto di svolta in un momento preciso: quando arriva il complice Nino Taranto (Camillo) a legittimare quelli che inizialmente allo sprovveduto turista italo-americano sembravano solo sproloqui.