C’è stato un gran parlare in questi giorni della decisione di Stefano Puzzer, leader dei portuali di Trieste, di correre alle elezioni del 25 settembre insieme a Italexit di Paragone. Molti lo hanno tacciato di incoerenza e di arrivismo, tanto da convincerlo ad affidare a Facebook le sue ragioni: “Questa scelta deriva da un percorso di più di sei mesi, dove abbiamo provato a parlare con tutti per fare una manifestazione a Roma. Ci siamo resi conto che anche se ci fosse stata, comunque ci sarebbe voluta un’alternativa politica, non potevamo lasciare il nostro Stato in totale anarchia. Allo stesso tempo, ci siamo mossi per unire questi movimenti politici del dissenso, gli unici sani direi. In questo momento non siamo riusciti a fare alcuna manifestazione e a unire nessuno: ognuno avrà le sue motivazioni, non sta a noi giudicare, anzi, tanto di cappello a chi ci vuole mettere la faccia per provare a cambiare questo Stato vergognoso, questa dittatura.

“Noi abbiamo fatto la scelta di andare con Italexit, una scelta che è stata ponderata, non certo a cuor leggero, però abbiamo capito che bisogna metterci la faccia fino alla fine. Quello che mi viene da dire è: perché da cittadino non posso fare una scelta? Da cittadini, perché non potevamo fare la scelta di provare a cambiare questo stato delle cose? Ho sempre detto che io non sono un leader, abbiamo semplicemente portato avanti le nostre istanze. Nessuno è giudicabile, secondo me, e nessuno può essere giudicato. Io dico solo che in questo momento dobbiamo essere uniti, non dobbiamo fare la guerra dei poveri tra di noi. Non parlerò mai di chi ha avuto il coraggio di presentarsi a queste elezioni politiche perché è gente che sapeva che sarebbe andata incontro a critiche ma comunque ci ha voluto mettere la faccia”.

Tra le varie accuse mosse a Puzzer, anche quella di aver usato i soldi dei donatori per fini diversi da quelli stabiliti: “Quello che voglio dire, alla luce di alcune dicerie, è che questi soldi non sono stati usati illecitamente: chiunque voglia può venire a controllare i conti. Stiamo rasentando il ridicolo. A chi dice che lo facciamo solo per la poltrona, dico di smetterla di farci la guerra tra di noi, facciamo una manifestazione unitaria invece di stare a scrivere su Facebook. Siamo ancora in tempo”.