L’autunno nel segno di Centaurus: è questo lo scenario prefigurato da uno studio condotto in Italia dall’Università dell’Insubria, secondo cui la sottovariante di Omicron 5 – a sua volta variante di Omicron – sarà predominante già da settembre detronizzando la variante ora maggiormente presente.
Lo studio, subito divulgato e riproposto da gran parte delle principali testate nazionali, ha al suo interno diversi punti contestabili secondo Massimo Ciccozzi, Direttore dell’Unità Statistica Medica ed Epidemiologica del Campus biomedico di Roma.
Perché terrorizzare? Noi dobbiamo informare. Stiamo parlando di una sottovariante di Omicron che ha la stessa contagiosità di Omicron 5 (abbiamo fatto un lavoro accettato in questi giorni). E sulla letalità non possiamo dire niente perché non ci sono dati“.
In circa tre mesi di vita infatti Centaurus “non ha preso il sopravvento: perché se è più contagiosa non ha già preso il sopravvento su Omicron 5? Perché aspettare settembre e non ottobre o novembre?

B.1.1 (Omicron originaria) difatti ha lasciato il testimone a Omicron 5 in circa un mese e mezzo: attualmente i mesi di vita di Centaurus sono “almeno 3” e di dominanza ancora non se ne parla, “qui non siamo a questi livelli, siamo a percentuali di presenza bassissime in tutto il mondo“.

Motivo di allarmarsi non ce n’è quindi, nemmeno per le probabili future mutazioni: “Onestamente credo che tutte quelle che il virus farà da adesso in poi saranno per sfuggire al sistema anticorpale, non per diventare più contagioso. Poi magari può anche succedere che venga fuori una sottovariante più contagiosa, tutto può succedere, la scienza non è qualcosa di estremamente esatto, ed è anche bella per questo.
Io resto dell’idea che bisogna essere attenti, cauti, dire le cose soltanto quando si è estremamente sicuri
“.


Alessio De Paolis