Qualche giorno fa i giornali hanno riportato la notizia di un ragazzo di 22 anni morto ‘di gioia’ (in seguito a un infarto) dopo aver superato l’ultimo esame universitario. C’è però chi nutre dubbi sulla veridicità della notizia. Tra questi, il Prof Alessandro Meluzzi: “Non c’è ombra di dubbio, è una notizia totalmente falsa. Già, per fortuna, sono modeste le casistiche di morti di fronte a traumi improvvisi di natura negativa, che poi ci sia una casistica di eventi positivi ed euforizzanti che provocano la morte è un’invenzione di un pazzo o di un delinquente. Quindi, chi ha scritto quell’articolo ha scritto qualcosa di pazzesco e palesemente falso. Il fatto che la proteina Spike produca eventi coagulativi periferici, il fatto che ancora non sappiamo cosa accada al sistema immunitario, che non si sappia cosa produca una crescita di oltre il 40% di aspettativa di morte tra i 14 e i 60 anni. Queste sono tutte cose su cui si dovrà ragionare. Perché quando noi andiamo a contare l’insieme di morti (escluse quelle da Covid) ci troviamo di fronte a qualcosa che andrà studiato negli anni a venire.

Ma come spesso accade in questi casi, il problema è più ampio e investe gli aspetti più disparati della vita umana. Soprattutto negli ultimi anni. Soprattutto dopo il Covid. Il Prof Mariano Bizzarri lo sa: “Sto osservando queste cose da molto tempo in diversi ambiti: stanno cercando di riscrivere le basi stesse della medicina. Hanno cercato di farci credere che il vaccino protegge più dell’immunità naturale. Io però voglio inserire un elemento di speranza: da un lato c’è una narrativa assolutamente distorta, ma dall’altro questo tentativo sta mostrando i suoi limiti perché da quando sono stati introdotti i vaccini, molti altarini sono stati scoperti. Quello che voglio dire è che in questa società ci sono ancora anticorpi, molte ricerche hanno smontato quella narrativa, c’è stato un cambiamento nell’opinione pubblica. Quindi non commettiamo l’errore di pensare che l’avversario abbia già vinto, abbiamo ancora la possibilità di giocare una partita.

L’articolo che riporta la notizia del giovane morto ‘di gioia’, poi, per il Prof Alberto Contri è uno dei motivi per cui le testate nazionali, nell’ultimo periodo, stanno perdendo progressivamente lettori (oltre che credibilità): “Non è un caso che ogni mese le vendite dei giornali crollino sempre di più, così come quelle della tv. Questo significa che anche l’informazione cosiddetta ‘mainstream’, essendo tutta uguale ed essendo fatta da gente che per dovere dice quello che deve dire, alla fine non interessa più tanto”.