Mi segnalano le goffe e scomposte lamentele di piccoli Gian Burrasca di provincia. Battendo i piedi a terra, questi Gian Burrasca si lagnano del fatto che i quotidiani, grandi e piccoli, perfino quelli che consideravano amici, gli ignorano completamente. Nella loro narrazione si tratta dell’ingiusto trattamento persecutorio che i poteri forti hanno malignamente deciso di riservare a loro, i martiri della libertà e i paladini della giustizia.

Un salto di qualità si avrebbe il giorno in cui questi maldestri Gian Burrasca della politica contemporanea, questi goffi pierini che mirano a fare del dissenso una comoda poltrona, avviassero una riflessione seria sulla propria irrilevanza e sui motivi che la determinano. Il giorno in cui cioè dall’analisi superficiale delle cause esogene, riuscissero a traslare l’attenzione al più impegnativo piano dello studio delle cause endogene. Scoprirebbero in tal guisa che la propria consistenza culturale e politica coincide con il nulla impastato al niente, assenza totale di prospettiva culturale e visione progettuale.

Incapacità di capire la cosa più semplice: il passare la propria vita ad attaccare su YouTube le altre forze del dissenso significa essere burattini del potere dominante, sono deleteri per la causa del partito del dissenso di cui siamo faticosamente in cerca. Partito che fatica a crearsi anche grazie a questi Gian Burrasca, il cui livore è proporzionale all’acume politico. Individuato e rimosso l’inconsapevole burattino del dissenso, il partito unitario potrà finalmente prendere vita.

La prima riflessione sulle cause endogene indurrebbe i nostri pierini a scoprire che il silenzio si riserva anche a colui del quale non c’è nulla da dire e si può non parlare della zanzara dacché signora la sua esistenza. Ebbene prendere coscienza di essere la zanzara e non leone potrebbe essere il giusto initium sapientiae.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro