Morta una pandemia, se ne fa un’altra. Dopo il Covid-19, non si fa altro che parlare del vaiolo del scimmie, tanto che anche in Italia si comincia già a parlare di vaccinazioni. Ma viste le scoperte che si sono fatte sul Coronavirus e che hanno portato a mettere in dubbio la ‘scienza’ mainstream, è lecito chiedersi se anche in questo caso non sia stata detta tutta la verità. La risposta arriva dal Dott. Giuseppe Barbaro, già in prima linea nel combattere la disinformazione in materia di Covid.

“Voglio dare una testimonianza critica. In primis, ho un paziente per il quale era stato sospettato il vaiolo delle scimmie e che ho trattato io personalmente per un Herpes Zoster. Poi, ho una testimonianza da parte di un collega del San Matteo di Pavia, il quale mi ha detto che tutti i cosiddetti ‘vaioli delle scimmie’ sono Herpes Zoster in sieropositivi, nei quali la sindrome da immunodeficienza indotta dal vaccino ha portato alla risalita della virulenza dell’HIV, per cui risultano positivi con carica virale alta e sono ritornati praticamente a prima dell’introduzione della terapia antiretrovirale, dove ovviamente tra le manifestazioni cutanee c’era anche l’Herpes Zoster. Esistono anche forme di Herpes Zoster molto estese e sono fatte passare quasi tutte per una nuova malattia perché devono mascherare l’evidente fallimento del vaccino, che ha indotto questa nuova sindrome da immunodeficienza acquisita che comporta la riattivazione. Si tratta quindi di un’enorme menzogna”.

Inevitabile il riferimento anche all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che Barbaro dubita debba continuare a essere finanziata: “Non è possibile che un’organizzazione fondamentalmente privata debba condizionare la politica sanitaria di una Nazione. Dobbiamo invece avere noi degli osservatori epidemiologici indipendenti, formati da scienziati anche internazionali senza conflitti di interessi ed eventualmente anche con la supervisione di un magistrato. Ma la politica sanitaria ce la possiamo gestire benissimo da soli.