Il neoliberismo, distruggendo l’economia reale, a vantaggio di quella finanziaria, sposta nelle Borse non solo i valori, ma anche la proprietà delle cose, speculando sul debito e sulla povertà della gente. Affinché la gente non possa liberarsi sono necessarie due condizioni: la prima è quella di non sapere contro chi ribellarsi, per farlo è necessario creare delle sovrastrutture contro le quali non sia possibile la ribellione; la seconda è farla vivere in un regime di terrore, di paura e di precarietà fisica e dell’anima. Quanto alla prima condizione, questa è realizzata con sovrastrutture, come per esempio l’Unione monetaria europea, unica condizione di unità: tu puoi facilmente ribellarti contro il tuo sindaco se le strade della tua città non sono asfaltate, e puoi non rieleggerlo. In maniera meno facile puoi ribellarti al tuo deputato, che sovente non conosci e che probabilmente ti sarà stato paracadutato dall’alto, con riforme che allontanano il popolo dalla politica e avvicinano le lobby. Ma certamente non potrai prendertela con il tuo Governo quando ti dirà la frase ‘Lo vuole l’Europa’.

Tra le balle più grandi c’è il fatto che il neoliberismo, quindi il mondo economico in cui viviamo, serva a farci stare bene. È vero l’opposto: serve a fare stare bene i ricchi. Ci sono vari concetti da questo punto di vista: primo, il fatto che in Borsa, a differenza di quello che vi fanno credere, non si brucia niente. La Borsa sposta la ricchezza, non la crea. Questo vale per la Borsa, per le criptovalute e per tutto il mondo finanziario. Oggi tante persone pensano che si crei valore in quel modo: in quel modo si sposta valore, e si sposta valore reale perché passano di mano in mano beni, proprietà, case, banche e aziende, quindi cose reali. Questo mondo è stato creato ponendo la prima condizione, cioè il fatto che non si sappia nemmeno più contro chi ribellarsi perché mentre a livello locale tu puoi prendertela con una persona fisica, a livello internazionale puoi dire solo ‘piove, Governo ladro’. Riflettete su queste cose e capite che quello che conta è creare lavoro e non spostamento di pezzi di carta.

Malvezzi Quotidiani – Pillole di economia umanistica con Valerio Malvezzi