Continuano le proteste dei tassisti contro il ddl concorrenza. A Fiumicino, uno sciopero ha bloccato a piedi i passeggeri, creando disagi alla circolazione. Alessandro Genovese, Responsabile Nazionale Ugl-taxi e presidente dell’Associazione tutela legale taxi, spiega che “quello che sta succedendo è una sorta di legittima difesa. In merito all’art. 10 del ddl abbiamo chiesto delle interlocuzioni, abbiamo fatto delle manifestazioni e per mesi nessuno dal Governo ci ha ascoltato. Alla fine ci siamo dovuti andare a incatenare sotto Palazzo Chigi. Quando abbiamo scoperto che il capo di una grossa multinazionale, Uber, che ha affamato il nostro settore, era stato ricevuto da Draghi, ecco: lì è partita una legittima difesa.

Carlo d’Alessandro, di Federtaxi-Cisal, specifica la natura del problema e dei disordini: “Uber, ricordiamolo, è stata condannata per caporalato e sfruttamento dei rider. Quando parlavo di questo con una giornalista, lei ha interrotto l’intervista e ha oscurato la telecamera. Questo dimostra il fatto che il Santo non si può toccare. Dopo essere usciti da due terribili anni di pandemia, ci siamo ritrovati catapultati in una situazione del genere. Non la chiedeva l’Europa perché la questiona taxi non è tra le condizionalità del PNRR, non siamo inseriti nella direttiva Bolkestein come altri servizi, per cui non dobbiamo essere liberalizzati: allora se non lo chiede l’Europa chi lo chiede? Forse una multinazionale che ha chiesto al Governo di inserire questo articolo che, di fatto, dà una delega in bianco al Governo per gettare alle ortiche, con un decreto legislativo, trent’anni di leggi”.

La situazione è seria, tanto da poter scatenare conseguenze di lungo periodo, come spiega il Professor Enrico Michetti: “Le multinazionali fanno un servizio di intermediazione, hanno un call center e delle persone che lavorano per loro che vanno a fare quello che fa il taxi. Se l’attività è regolamentata, e quello è servizio pubblico, l’altra a mio giudizio è concorrenza sleale: mentre il taxi ha una tariffa da cui non si può discostare, loro possono praticare la tassazione che vogliono. Quindi accade che loro conquistano il mercato, distruggono chi lavora correttamente, il lavoratore viene ridotto al ruolo di schiavo e la maggior parte dei profitti verrà realizzata all’estero con gli schiavi italiani. La tariffa è stata decisa a monte perché è stata valutata congrua, tarata sul cittadino: se lasci l’autorizzazione, che è regolamentata, ma anche un mercato libero, selvaggio e con una concorrenza sleale, è chiaro che la concorrenza ucciderà ciò che è stato legittimamente pianificato“.