“La salute del mondo ha bisogno di una OMS più forte”. Sono queste le parole pronunziate (senza perifrasi) dal Direttore Generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, lo ha detto nell’apertura dell’Assemblea di Ginevra, nella quale l’OMS si è riunita e ha chiarito i propri intenti. L’OMS ha lanciato il programma per i prossimi cinque anni. L’idea generale che fa da sfondo al consesso è quella, naturalmente, di potenziare notevolmente la struttura dell’OMS, a partire dai finanziamenti che dovrebbero esserle garantiti. Ovviamente l’OMS può giocare a rilancio, in grazia della situazione che si è venuta producendo in questo due anni. La pandemia del Coronavirus ha reso più che mai evidente la potenza dell’OMS e ha ora posto le condizioni essenziali e decisive perché l’OMS stessa possa rilanciare e provare a potenziare oltremodo sé stessa.

L’ordine pandemico non è destinato a risolversi nel breve periodo. Questo è il tema generale, anzi a rigore, come noi stessi abbiamo provato più volte a sottolineare, siamo entrati nella fase del tecno-capitalismo, che abbiamo provato a qualificare come capitalismo terapeutico, centrata sulla figura del leviatano tecno-sanitario e, dunque, su una sorta di medicalizzazione integrale della vita dei cittadini e sulla presenza di misure repressive liberticide sempre giustificati in nome dell’emergenza e della tutela della salute. Dai confinamenti domiciliari coatti, al distanziamento sociale, dal telelavoro al divieto di assemblee.

Ecco, l’OMS sta svolgendo, già da tempo, una parte niente affatto secondaria. Essa figura apparentemente come una istituzione super partes e concretamente come l’ennesima espressione e appendice della potenza della monarchia del dollaro. Possiamo dire che l’OMS, da un certo punto di vista, è una specie di Nato di tipo medico-sanitario. L’OMS infatti, si presenta distrattamente come super partes ma basta guardare i finanziamenti su cui si fonda per comprendere quali siano realmente rapporti di forza e quali siano i reali orientamenti di questa struttura. Solo apparentemente super partes, l’OMS è finanziato in massima parte dagli Stati Uniti d’America ed è finanziato in larghissima parte da gruppi privati, tra i quali spicca l’associazione di Bill Gates.

Insomma l’OMS non è super partes ma è una dei tanti organismi che, nel quadro della globalizzazione infelice, si fingono super partes e producono una de-sovranizzazione degli Stati Nazionali riportando il potere dai Parlamenti Nazionali, più o meno democratici, a enti sovranazionali che intrinsecamente democratici non sono. Sotto questo riguardo basti considerare ciò che già da giorni si discute: di un nuovo trattato pandemico che dovrebbe (si dice) essere approntato per il 2024. Tra le proposte sul tavolo, figura anche quella di accrescere in modo notevole i poteri dell’organizzazione dell’OMS. Per farlo, questa è la conseguenza, occorre ridurre i poteri ai singoli stati nazionali.

In sostanza, se ciò dovesse accadere, si avrebbe in prospettiva un’organizzazione sovranazionale tale da agire, nell’ombra dei casi, al di sopra delle sovranità nazionali dei singoli paesi. Insomma l’OMS si avvierebbe a diventare ancor più di quanto già non sia, un’Istituzione sovranazionale in grado di gestire dall’alto, scavalcando le sovranità nazionali e la gestione di eventuali pandemie che verranno. Non dimentichiamo inoltre che da più parti, dall’ONU fino a Ursula Von Der Leyen, già si è detto che siamo entrati nell’era della pandemia.

Ebbene con questo processo di sovra nazionalizzazione abbiamo uno sviluppo pienamente coerente dei processi di sovra nazionalizzazione globalisti, quelli che vanno già da tempo rimuovendo il potere degli Stati Sovrani nazionali e dunque dei Parlamenti più o meno democratici. Il tutto ovviamente si presenta come giustificato dall’emergenza pandemica ma ancora una volta la crisi svolge una parte governamentale, dacché occulta dietro presunte ragioni obiettive gli interessi delle classi dominanti no boarder, e tra questi interessi lo sappiamo, di quello di sottrarre la gestione delle cose, soprattutto dell’economia dal potere nazionale come ultimo baluardo di possibili residui di democrazia e di gestione sovrana da parte dei popoli.

Radio Attività – Lampi del pensiero quotidiano, con Diego Fusaro