Se dipendesse dall’invio dell’armi in Ucraina, gli italiani non avrebbero alcun rappresentante in Parlamento. È quanto si evince dall’ultimo sondaggio Demopolis (uscito proprio ieri) sull’invio di nuove armi per Zelensky sulle quali la maggior parte dei nostri concittadini non sarebbe affatto d’accordo.

“C’è stata in Italia, come del resto in Europa, una grande solidarietà verso il popolo ucraino. Va detto che passando i giorni, gli italiani vorrebbero e chiedono con molta forza e maggioranza che l’azione diplomatica prenda il sopravvento. Per più di due italiani su tre, il 68%, secondo l’ultimo sondaggio di Demopolis delle ultime 24 ore, l’Europa e l’Italia dovrebbero impegnarsi in un ruolo di azione diplomatica per provare da zero a raggiungere una tregua, un cessate il fuoco. Soltanto un quarto degli italiani invece è convinto più in linea con gli Stati Uniti e Regno Unito per rafforzare il supporto militare all’Ucraina per aiutarla a vincere“. Così evidenzia in diretta Pietro Vento, Direttore dell’Istituto Nazionale di ricerche Demopolis.

Una discrepanza tra Parlamento e volontà popolare che raramente si era vista in modo così netto: “Probabilmente gli italiani, nei primi giorni, hanno immaginato che la guerra potesse concludersi nel giro di qualche settimana. Dopo di che magari si sono resi conto che la guerra rischia di essere molto lunga. Le conseguenze economiche anche sugli italiani le cominciano ad avvertire pesantemente, non solo il mondo di impresa ma anche le famiglie. Oltre il 60% comincia a notare, tutte le settimane, un aumento dei prezzi dei beni di prima necessità quindi parliamo anche dell’inflazione che sta rendendo chiara anche una riduzione del potere di acquisto familiare. Sotto questo profilo c’è anche un problema di incidenza economica che gli italiani cominciano ad accusare”.