Vi è una sola categoria che sia peggiore di quella dei cosiddetti complottisti, ossia la categoria degli anticomplottisti, coloro i quali accettano la narrazione dominante senza mai sollevar alcun dubbio. Preciso subito che per complottisti dobbiamo intendere la folta legione degli acefali che anziché utilizzare la ragione critica risolvono sempre tutto immaginando un occulto potere di perfidi individui che da una cabina di regia non meglio chiarita determinano ogni cosa.

Gli anti complottisti hanno un’aggravante. I complottisti dubitando di tutto arrivano anche a dubitare del potere. Invece gli anti-complottisti sono per antonomasia gli utili idioti del potere e che si bevono tutto senza spirito critico. Sono quelli che, senza saper distinguere, liquidano come complottismo tanto le follie quanto il pensiero critico in quanto tale.

L’anti-complottismo, riesce ad essere assai peggiore anche dello stesso complottismo. La verità sta in una posizione intermedia che rigetti tanto il complottismo acefalo quanto l’anticomplottismo ugualmente acefalo. Ci vuole una posizione mediana che faccia valere il pensiero pensante. Quest’ultimo liquida come follia il complottismo nel senso sopra chiarito proprio come liquida come follia l’anti-complottismo poc’anzi enunciato.

Il pensiero pensante della ragione critica procede criticamente e dunque tutto vagliando con la ragione critica, non accetta nulla dogmaticamente e allo stesso modo non fa mai riferimento a presunte cause occulte di ordine complottistico. In un tempo di estremismi come il nostro non stupisce che il pensiero pensante sia il grande assente. I più si muovono tra i due estremi egualmente stolti del complottismo. Abbiamo bisogno di una ragione pensante e di un pensiero critico che a distanza di sicurezza dal complottismo, proceda criticamente.

RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro