Il monopolio non è mai abbastanza per un potere ingordo e voglioso di avere il sopravvento sul popolo. Alle restrizioni mai viste prime contro una parte di popolazione che non ha accettato l’ordine del discorso dominante si somma anche il controllo mediatico. Così i comandi imposti dall’alto vengono recepiti senza colpo ferire. La grancassa di giornali, tv e testate varie non lascia spazio al dubbio.

Unico potenziale rifugio è rappresentato dal web, strumento di diffusione delle opinioni di tutti ma anche arma di opposizione a chi la pensa in maniera diversa. “Pensa come vuoi, ma pensa come noi”, si leggeva in passato sui muri contro il falso senso di pluralismo indotto dal mainstream. I social sembrano riprodurre la logica in formato digitale: spazio libero ai pensieri divergenti purché ci si mantenga all’interno dei confini prestabiliti.

Di recente anche l’avvocato Renate Holzeisen e il giornalista Francesco Amodeo sono stati colpiti dalla censura via social. Ne hanno parlato in diretta ai microfoni di Fabio Duranti a Un Giorno Speciale, con Francesco Vergovich.