Se non fosse un disegno prestabilito ci sarebbe davvero da dubitare sulla competenza dei “migliori” al Governo. Causa Covid il tessuto medio dell’economia italiana sta cambiando pelle, una mutazione in corso che comporta l’estinzione di tutte quelle aziende già in sofferenza prima dell’emergenza sanitaria. Il ritornello delle chiusure che vanno e vengono e dei sostegni economici che mancano va avanti da troppo tempo. Ultimo caso? Ciò che è avvenuto alla fine dell’anno con le vacanze natalizie, periodo di grandi incassi per le imprese italiane nel complesso. Entrate che sono mancate a causa della paura crescente scaturita dalla variante Omicron e delle restrizioni imposte per scongiurare il medesimo spauracchio.

Il comparto della ristorazione e similari continua a soffrire questo clima di incertezza. Rispetto al 2019, vero anno di vita per queste attività, il fatturato è calato di circa il 60% come ha rivelato in diretta il presidente di Mio Italia Paolo Bianchini. Il ristoratore ha elencato in diretta ai microfoni di Stefano Molinari i punti che permetterebbero la sopravvivenza del settore: liquidità e ristori (veri), moratorie allungate dei prestiti a garanzia statale, reintrodurre la cassa integrazione, Iva sulla cessione di beni e servizi della ristorazione dal 10 al 5%.

Le richieste delle imprese che si occupano di ospitalità non sono mai state veramente esaudite. Di fatto la denuncia di Bianchini va avanti da tempo e adesso l’allarme si sta concretizzando. “Il liquidatore Draghi – afferma – sta facendo quello che noi purtroppo dicevamo un anno fa: pulizia etnica di tutte quelle aziende che non erano sane prima del Covid e che oggi non meritano di vivere”.

Ecco l’intervento di Paolo Bianchini a Lavori in Corso.