I guerriglieri dell’arcobaleno, i tecnocrati repressivi di Bruxelles e poi anche i rivoluzionari dell’asterisco e della neolingua hanno inanellato un altro successo decisivo. Così leggo a tal riguardo sul Corriere della Sera. “La Commissione Ue: invece di dire buon Natale meglio augurare buone feste. Mi permetto anzitutto di rivelare un paradosso che non può non essere sottolineato, dati i tempi concitati e burrascosi che stiamo attraversando. Ebbene, gli stessi che per ragioni di “inclusività” vogliono impedirvi di dire buon Natale sono quelli che vi impediscono anche di andare al lavoro o nei luoghi pubblici senza l’infame tessera verde. Paradossi dell’inclusività o forse miseria dell’inclusività avrebbe detto il vecchio Marx.

Insomma, dietro una parola apparentemente nobile come quella di inclusività si nasconde il grigio della civiltà dei mercati, i processi di sradicamento. E’ evidente che solo chi ha una cultura, un’identità, una tradizione può ancora fecondamente resistere alla barbarie dal volto umano e dai colori arcobalenici del nichilismo mercatista. Per questo bisogna più che mai difendere le identità, le culture, le tradizioni dacché esse costituiscono una sorta di sovranità spiritale e culturale che può porre feconda resistenza al nulla che avanza, alla barbarie dal volto umano e arcobalenico della civiltà dei mercati.

Di qui l’importanza di una lotta che sia anche una lotta culturale, non solo economica e sociale. L’elemento della lotta culturale, come sapeva Gramsci, è fondamentale: bisogna opporsi in nome di ciò che siamo e dobbiamo difendere ciò che siamo contro chi vorrebbe spossessarci financo della nostra identità.

RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro