Nello spietato darwinismo sociale odierno se una persona è ignorante, non abbastanza acculturata, aggressiva, competitiva sarebbe destinata a soccombere. Il recente citato documento del Group30 che parla di distruzione creatrice richiama questo concetto. Ci si chiede se lo Stato debba ancora tentare di sostenere imprese e lavoratori che non possono più stare sul mercato ovvero se non si debba lasciarli fallire permettendo a posti di lavoro e risorse di confluire verso le imprese più meritevoli e apprezzate per restare nel mercato dopo il Covid: si tratta delle imprese Corporate naturalmente.

Questo documento si chiama “Reviving and Restructuring the Corporate Sector Post-Covid”. È un documento scritto alla fine del 2020 da 30 banchieri più importanti, tra i quali l’onorevole professore Mario Draghi, quando ancora era un banchiere. C’è un preciso ed esplicito riferimento a lui da parte degli altri per essere il factotum di questo documento nonché ideologo.

La parte centrale dell’ideologia del documento si chiama “Distruzione creativa”. Il termine “restructuring” in inglese significa taglio dei costi, spesso questi costi sono teste. Non dovete stupirvi quando oggi vedete amministratori delegati che licenziano a mezzo internet, perché quel modo è il mondo del documento “Reviving and Restructuring the Corporate Sector Post-Covid”.

È già scritto e pianificato che il disegno è quello di portare verso aziende di più grandi dimensioni, al punto che nel documento ci si chiede se non si debba intervenire lasciando morire le piccole imprese che non riescono a rimanere competitive. È scritto nel documento ed è una posizione di politica economica che io combatto da un anno ed è la mia principale critica a questo governo e la mia mancanza di approvazione per tutte le forze politiche che sostengono questo piano economico palese, documentato scritto e palesemente applicato.

Malvezzi Quotidiani, comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi