Gli alibi delle tantissime (e pesantissime) assenze, delle difficoltà climatiche (si è giocato sotto una bufera di neve), dell’ingenuo rigore regalato dopo un solo minuto di gioco, delle bellissime parate del portiere avversario (almeno 3 interventi prodigiosi) possono essere concessi ma non cambiano la sostanza di una sconfitta che andava evitata a qualsiasi costo.

La battuta d’arresto ha infatti un enorme impatto sul piano numerico: in caso di vittoria, la qualificazione sarebbe stata matematica già da stasera mentre ora l’eliminazione è tutt’altro che un’ipotesi remota visto che gli azzurri saranno ora probabilmente costretti a battere il Leicester nell’ultima giornata per non essere eliminati.

Ma, soprattutto, la sconfitta andava evitata perché questo nuovo stop potrebbe avere anche ripercussioni sul piano della serenità dell’ambiente che, fino a qualche settimane fa, viveva un idillio e che invece, nel giro di tre giorni, sta vedendo sgretolarsi tutte le proprie certezze. Non tanto per la doppia sconfitta consecutiva (cosa che ai partenopei non accadeva dallo scorso Febbraio) quanto per il timore che le lunghissime, impreviste, assenze per infortunio di Osimhen e Anguissa possano incidere in maniera negativa sul rendimento della squadra.

Molti osservatori hanno scritto nei mesi passati che avrebbero voluto vedere se Spalletti sarebbe stato per il Napoli l’ottimo guida che finora è stato anche di fronte “alle prime difficoltà”. Ebbene la loro curiosità sarà presto esaudita. Il momento è infatti senz’altro arrivato, anche considerando che queste prime, grandi, difficoltà sono arrivate proprio nel momento in cui il calendario mette insieme partite importantissime (dalla sfida alla Lazio dell’ex Sarri, alla Atalanta prontissima a rientrare nella lotta scudetto, dal match decisivo contro il Leicester allo scontro diretto contro il Milan).

Vittorio de Gaetano