Potremmo dire con una sintesi forse felice che la situazione è tragica ma non seria. Tragica dacché lo yo-yo pandemico ha ripreso la sua celere marcia verso la fase 1 delle limitazioni più stringenti. Con ciò è avvalorata la nostra tesi della pandemia del rocchetto: la tesi secondo cui l’emergenza perenne è la nuova normalità scandita a ritmo dell’alternanza tra fase 1 e fase 2.

La situazione è altresì comica da un certo punto di vista dacché la narrazione egemonica pare ogni giorno più contradditoria e insostenibile. Non stupisce che in questa cornice di senso le trasmissioni televisive registrino ad ogni latitudine un calo negli ascolti vertiginoso. A tal riguardo mi si contenta di fare riferimento a tre, tra le tante possibili, dichiarazioni affiorate in questi giorni in alcune trasmissioni Tv.

Partiamo dalla prima considerazione che traggo dalla trasmissione Tagadà su La7 e che viene addirittura proposta con una foto sul profilo Instagram. L’affermazione è del dottor Pregliasco, l’austero virologo meneghino: “La soluzione sarebbe un bel lockdown”. Quale altra poteva essere la soluzione? Si ritorno dunque al lockdown secondo la sua ipotesi. Non ci stupiamo invero dacché questa è la nuova normalità basata sul succedersi ininterrotto di fase 1 e fase 2.

La seconda considerazione la traggo dalla trasmissione “L’Aria che tira” dove in data 16 novembre 2021 è intervenuto Tommaso Cerno il quale così ha testualmente asserito: Il governo è ipocrita, è necessario obbligare le persone a vaccinarsi e bloccare chi rischia di essere un untore. Serve più rigidità”. In un paese libero e democratico la vaccinazione deve essere un gesto scelto secondo coscienza dal cittadino, non certo imposto coattivamente mediante l’obbligo. Sottolineiamo la parola utilizzata da Tommaso Cerno: untore.

Chi non si vaccina fa la parte dell’untore, questa espressione richiama alla memoria il capolavoro manzoniano ove la caccia agli untori è parte integrante di uno psicodramma collettivo con conseguenze catastrofiche. “Dagli all’untore” si dice nel testo manzoniano. La nostra situazione anche rivela una condizione largamente riconducibile a questa stessa narrazione.

Terzo ed ultimo esempio, tra i tanti possibili, è tratto ancora una volta dalla trasmissione “L’ aria che tira” su LA7 ove scorreva l’altro giorno in primo piano la seguente affermazione: “Crisanti: manifestazioni No Vax vanno vietate”. Così parlò il medico patavino Crisanti. È un passaggio interessante perché ci segnala che secondo la Scienza, con la S maiuscola, le manifestazioni di qualcuno andrebbero vietate, con buona pace dell’art.17 della nostra Costituzione.

Non è certamente una svolta autoritaria che limita perfino il diritto di manifestare il proprio dissenso, niente affatto, è semplicemente la Scienza che ci chiede questo e altro per difendere la nostra vita perché siamo in un regime protettivo che se ci toglie il diritto al lavoro, il diritto a manifestare, tutto ciò viene fatto per il nostro bene, per proteggerci la vita. È la scienza che ce lo chiede!

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