L’aggressione ai danni della casa del cittadino è da sempre un sogno del Capitale e del perfido sistema bancocratico. A proposito della meglio umanità e delle libertà occidentali sempre celebrate non vi deve sfuggire come l’Occidente sia quel paradiso in cui una banca può letteralmente portarvi via la casa. Diciamolo apertamente: la casa è insopportabile per il potere tecno-capitalistico e per gli usurai cosmopoliti dacché rappresenta il luogo sacro della famiglia e delle relazioni non mercificabili. La casa è per così dire un tempio inaccessibile della logica della mercificazione di tutto e di tutti.

La casa è l’unione del materiale e dell’immateriale, delle solide pareti che danno vita all’abitare e delle solite relazioni che si stabiliscono sotto il tetto. La casa è un presidio di resistenza alla logica dello sradicamento turbocapitalistico: è un fortilizio etico con sintassi hegeliana che si oppone alla de-eticizzazione del mondo della vita e alla individualizzazione connessa con i processi del fanatismo economico chiamato anche capitalismo. La casa è l’emblema del radicamento e dell’abitare stabile. Questo aspetto è inaccettabile per la società del precariato e della de-territorializzazione. Tale società ci vuole tutti mobili e sradicati senza legami con i luoghi e i territori, ci vuole homines migrantes, apolidi dell’esistenza, precari del mondo della vita, sempre pronti a spostarci di città in città, di luogo in luogo. Chi ha una casa è potenzialmente stabilizzato meno disponibile all’erranza richiesta dalla dinamica del mercato globale.

Forse anche con questa chiave di lettura si spiegano le parole dell’ex banchiere di Goldman Sachs, l’Unto dei mercati, Mario Draghi. Fino al 2026 non cambia nulla per quel che riguarda la gestione delle case, ha detto, poi ci sarà la riforma del catasto. Come se fosse una bomba ad orologeria ha commentato giustamente il Tempo. I più si soffermano tirando un sospiro di sollievo sul qui e ora, non pensano a cosa potrà realmente accadere dal 2026 in avanti. Chi volesse comprare ora una casa sapendo che nel 2026 le tasse potrebbero aumentare, cosa potrebbe fare? Si potrebbe parlare di crollo pianificato del valore immobiliare e forse ci sarà una riforma del catasto tale per cui gli italiani saranno costretti a vendere le loro case a gruppi internazionali da cui dovranno affittarle? Non dimentichiamo che era già stato Mario Monti a sostenere che gli italiani hanno una casa di proprietà sono meno mobili e sono meno rispondenti alle esigenze di quel mercato che ci vuole tutti privi di radicamento, sempre in movimento, sempre pronti a rispondere alle esigenze liquide alla città tecno-morfa dei mercati.

Deve essere appunto migrante, come riferisce il participio presente di questo termine non deve esservi una direzione, mai una tregua. Il migrante è colui che è sempre in movimento, il migrante è la figura cardinale del nuovo ordine turbocapitalismo che ci vuole tutti erranti, senza fissa dimora, senza patria e radici.

Attività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro