L’Italia non è un Paese di spreconi che hanno vissuto al di sopra dei propri mezzi. A spiegare come il concetto, spesso ripetuto allo sfinimento fino a diventare un vero e proprio mantra per le generazioni più giovani, è Valerio Malvezzi, esperto di economia e docente. Attraverso l’ausilio di alcune slide, il Professore mostra come la realtà sia completamente diversa da quella che spesso si vuole far passare.

Il nostro è il Paese che ha il bilancio statale primario cumulato più alto, dunque è il più virtuoso. Questo significa che l’Italia è la Nazione che ha la differenza tra tasse e spesa pubblica più alta. Un risparmio che però non è stato valorizzato, bensì sprecato: il differenziale è stato bruciato per pagare interessi speculativi non dovuti alle banche. Le parole di Malvezzi a “Un Giorno Speciale”.

“Il titolo delle slide di questa settimana è: ‘Una ricchezza sprecata’. Il nostro Paese viene dipinto come un Paese di spreconi, di persone che non sono capaci a fare le riforme. Nelle teste degli italiani è stato messo un messaggio subliminale, ovvero quello che noi saremmo non meritevoli di star bene perché abbiamo vissuto al di sopra dei nostri mezzi, non abbiamo fatto le riforme che dovevamo sulle pensioni, sul lavoro… Ci raccontano che dovremmo fare le cose fatte bene come vogliono loro. Qui si inseriscono due argomenti: il MES e la riforma del catasto. Sono temi sottostanti di cui parlano in pochi.

Ma è vero che noi siamo spreconi, che non abbiamo fatto le riforme, che abbiamo speso più di quanto abbiamo incassato? Se noi guardiamo il bilancio statale primario cumulato e li mettiamo in una serie storica, guardiamo cosa è successo in tutti i Paesi di questa grafica e vediamo chi nell’arco di venticinque anni ha cumulato di più di differenza tra entrate e uscite. Qual è il Paese più virtuoso? L’Italia è al primo posto. L’Italia in 25 anni ha cumulato 762 miliardi. La Francia ne ha bruciati 504, la Spagna 300, la Grecia 60. La Germania è al secondo posto ma molto distanziata a 50 miliardi. Quindi qual è il problema? Di noi viene data una percezione di un Paese non virtuoso mentre noi abbiamo fatto taglio della spesa e aumento delle tasse. Ora faranno degli aumenti delle tasse sulla casa.

Questo dato ci ha premiato o penalizzato? Se noi vediamo i dati negli ultimi trent’anni ci sono due linee: il surplus cumulato di tutti i risparmi che la pubblica amministrazione ha fatto tagliando le spese, quindi tutti i risparmi. Poi c’è la spesa per interessi cumulata. Continuando a tagliare spesa pubblica cumuliamo un tesoro ma questo è molto più basso di quello che servirebbe per pagare gli interessi.

A questo punto, qual è il Paese che ci perde di più? Sempre l’Italia. Ma allora come è possibile questa ‘magia’? La variazione del debito netto del Paese, su dati del Fondo Monetario Internazionale, dice che l’Italia è il Paese che ha avuto il maggior aumento di debito netto. Perché questo succede?
Di Maio ha detto che noi dobbiamo aprirci alle esportazioni. Noi siamo già aperti alle esportazioni, abbiamo un saldo straordinario. Il problema è che non potendo svalutare la moneta stiamo svalutando la nostra competitività sulla cosiddetta deflazione salariale, ovvero stiamo adottando una ricetta che è: taglia la spesa pubblica e aumenta le tasse.

Dunque: siamo il Paese più virtuoso, che ha la differenza tra le tasse e la spesa pubblica cumulati, più alto. Noi siamo in avanzo quando le entrate sono maggiori delle spese. Noi siamo in una situazione di avanzo quindi siamo un Paese virtuoso. Il problema è che poi il differenziale lo bruciamo perché paghiamo interessi speculativi non dovuti alle banche, avendo deciso di interrompere il rapporto tra Ministero del Tesoro e Banca d’Italia. Di fatto, gli italiani lavorano per pagare i banchieri di altri Paesi. Abbiamo messo Draghi proprio per continuare questa pratica. La variazione del debito netto è aumentata rispetto ai Paesi europei. Se tu non aumenti la spesa pubblica, l’università, la sanità… Non ne esci. A meno che ad un certo punto non si decida di svendere i beni dello Stato ai fondi speculativi, e quando questo saranno padroni cambieranno le politiche. Questa è la fotografia: abbiamo sprecato gli interessi degli italiani.

Il Parlamento italiano lavora per sei mesi e poi dice che non dobbiamo parlare di riforma delle case e del catasto. Poi arriva il Governo e dice che dobbiamo fare questa riforma del catasto perché ce l’ha chiesto l’Unione Europea per avere i soldi del PNRR. Non vi sembra che il Parlamento non conti più nulla?”.