Dalla Russia con onore e vittoria. La Juventus vince contro un avversario mediocre, non prende gol, segna Kulusevski, segnali di fumo bianco per la squadra che Allegri ha ridisegnato. Pochissima sofferenza complice il livello del San Pietroburgo, rivisto de Ligt che si sapeva, buono Mckennie a fare legna, prova generale di dignità con punteggio pieno dopo tre partite cosa non semplice e prevedibile per una squadra tormentata da mille contrattempi.

Allegri ha abbandonato la panchina prima del fischio finale, come gli accadeva ai bei tempi, forse stavolta per eccessiva tensione nervosa e mi auguro non per urgenze idrauliche. La squadra cresce e il recupero di Dybala dovrà e potrà darle luce in fase conclusiva, il resto è ordinario, macina football come si conosceva in questi ultimi anni.

Male l’Atalanta che ha giocato due partite, la prima spettacolare con due gol, la seconda orribile, sbandando per tre quarti d’ora aprendosi in difesa e consentendo a Cristiano Ronaldo il gol decisivo, come sanno fare i campioni anche in serate balorde. Una sconfitta amarissima ma una resa fisica e mentale preoccupante che conferma i limiti di un gruppo che promette ma non mantiene.

Tony Damascelli