Un primo settembre ancor più impegnato del solito: proprio oggi è arrivato il fatidico “Green pass day”, a partire dal quale viene allargato l’utilizzo del certificato verde a numerosi ambiti lavorativi, comprendendo i trasporti. Professori sprovvisti di certificato che si accomodano gentilmente fuori dal consiglio di classe, pendolari che aspettano il loro turno nelle stazioni (treni a lunga percorrenza) e parlamentari che si sbracciano a Palazzo Chigi. Già perché non si tratta di una misura istituita tramite Dpcm, ma tramite Decreto Legge.
E’ difatti iniziata oggi la discussione in commissione: un dialogo che si è rivelato particolarmente difficoltoso per l’onorevole della Lega Claudio Borghi, che a ‘Lavori in Corso’ ci ha spiegato come è andata e in che direzione si sta andando.
La sua intervista ai microfoni di Stefano Molinari.

Innanzitutto va ricordato che finalmente si è passati in Parlamento. Io spesso mi accaloro su situazioni che possono portare anche allo stesso risultato, ma in certi casi la forma è sostanza.
Un provvedimento di tale importanza e impatto per i cittadini è stato deciso senza un minimo passaggio in Parlamento, neanche preventivo: sarebbe bastato un giorno. Oggi è il primo giorno in cui il Parlamento può parlare ed esprimersi in tal merito e lo si fa all’interno della commissione XII della Camera, dove io normalmente non sono un membro, però avendo seguito direttamente la questione sono venuto a Roma per trattarla.

Emendamenti a mia firma? Sì, ce ne sono stati diversi, il più discusso dei quali semplicemente cancellava il Green pass dal decreto. Ce ne sarà un altro relativo ai minorenni, quantomeno per escluderli dal Green pass.
Da quando è stato inventato questo strumento infernale i minorenni non sono mai stati soggetti al Green pass, ma noi ovviamente ci vogliamo distinguere, quindi il fatto che io non obbligo lo studente ad avere il Green pass, ma obbligo il ragazzino ad avere il Green pass se vuole andare in palestra a fare qualsiasi tipo di sport, andare al cinema, andare al museo, capite bene che di fatto lo sto obbligando.
Il risultato qual è? Che qui in commissione al momento il risultato non è a favore delle mie tesi: il Governo ha dato parere contrario a quasi tutti gli emendamenti, significa che per loro non dovevano nemmeno essere proposti; la maggioranza dei partiti li ha ritirati, la Lega non li ha ritirati, perché nonostante siamo al Governo ci sembravano meritevoli di riflessioni.
In Parlamento le votazioni ci sono state ma, ahimè, finora non sono state – e suppongo non saranno – favorevoli alle nostre tesi
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Un altro emendamento da noi presentato è quello per esentare dal Green pass i ristoranti. Uno potrebbe dire che non sembra ci sia ‘sta gran logica: quelli che mangiano in un ristorante dell’albergo non sono a rischio, viceversa se c’è un ristorante per clienti non alloggiati diventa pericoloso?
Se uno volesse cercare una ratio sui trasporti come i treni in teoria una differenza c’è: stai tanto tempo da una parte, stai poco tempo dall’altra e quindi va bene. Non ha nessun senso dal punto di vista scientifico, ma lo prendiamo. Qui invece si parla proprio di due ristoranti uguali! Semplicemente da una parte ci sono clienti alloggiati e dall’altra no, quindi è veramente curioso.

Io porto avanti le mie idee in modo accalorato come sapete, ma poi una volta che si arriva alle votazioni io alzo le mani, perché alla fine è quello che chiede la maggioranza. Io sono fortemente contrario, ma non è che pesto i piedini dicendo che devo avere ragione io lo stesso. Credo che questo provvedimento da qualche parte “per li rami” arriverà sul tavolo della Corte Costituzionale e sarà difficile che possa essere valutato conforme alla Costituzione. Io ho fatto tutti i richiami del caso dicendo che è contrario anche a regolamenti del Consiglio d’Europa e della Commissione Europea, e immaginate se devo essere io a farlo, che non sono notoriamente un fan dell’Unione Europea…