Caro Enrico Michetti, questo post quotidiano è dedicato oggi a te per una ragione precisa. Ho letto in un’intervista, ma tu fai sempre in tempo a rettificare, che le ciclabili ideologiche, dal tuo punto di vista, verranno spazzate via. Con tutta la buona volontà, se è vero quello che ti è stato attribuito, che cosa è una ciclabile ideologica? Le città del futuro saranno città in cui il trasporto singolo-personale non ci sarà più, anche se fosse elettrico.

Questo perché non ci sarà più lo spazio per muoversi, tanto più in una città come Roma che ha un impianto medioevale ed è fatta per i carretti, per i cavalli e per gli uomini a piedi, non per le autovetture. Dunque autovetture personali private nel centro storico di Roma, che è grandissimo, ma direi nella città prima o poi non ci dovranno più essere e lo sappiamo tutti che andrà così. Solo trasporto collettivo che, a quel punto, potrà andare ad una velocità decente e, naturalmente, molte biciclette o altri mezzi che devono essere disciplinati.

Ma le ciclabili a Roma sono anche poche rispetto a quelle di altre città, e non ne ho vista nessuna ideologica. Io che ne percorro davvero tutte facendo quasi due ore di bicicletta al giorno, non per sport soltanto, ma anche per fare servizi o andare a comprare una cosa. Mi servono le ciclabili e serviranno a tutti quelli che vorranno spostarsi col mezzo di locomozione più efficace che c’è e che è proprio la bicicletta.

L’autovettura a combustione è un relitto del passato, finirà, ma anche laddove fosse elettrica in città non ci deve più entrare come succede nelle grandi città del mondo, dove tutti i centri sono chiusi al traffico e ci si va in bicicletta o a piedi. Enrico ti prego correggi questo punto, perché ti conosco come persona sensata e intelligente. Che cosa è questa questione delle piste ciclabili ideologiche? Il centro storico dovrà essere via via sempre più chiuso, ZTL dappertutto 24 ore su 24, l’Appia Antica chiusa al traffico. Ti ho scritto una lettera a riguardo, e ancora non mi hai risposto, come Presidente del parco dell’Appia Antica.

Queste posizioni non sono di partito, devono essere trasversali a tutti i partiti. Dividiamoci su altro ma non sulla città del futuro che, certamente, sarà delle biciclette e degli uomini a piedi e non delle autovetture. Qui Enrico di ideologico, dammi retta, c’è soltanto la critica che qualcuno ti ha evidentemente insufflato perché è infastidito da non trovare parcheggio per via del fatto che si mettono in campo le piste ciclabili. Ci si abitua a questo, ci dobbiamo abituare, perché il futuro non è delle autovetture, in città è a piedi o in bicicletta. Grazie Enrico.

GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi