Da una parte l’Islanda, la nazione con più vaccinati al mondo (l’86% degli over 16 ha già ricevuto l’iniezione) dove dal 25 luglio sono entrate in vigore nuove restrizioni; dall’altra la Puglia, dove nell’ospedale di Lecce un pediatra vaccinato con entrambe le dosi è risultato positivo al Covid insieme a due bimbi. Facile intuire l’elemento in comune tra le due notizie: i vaccini e la verità che emerge sulla loro efficacia. Se dall’isola nordica arriva la conferma che i sieri non escludono la possibilità di nuove misure restrittive, dalla regione del Sud Italia emerge un nuovo esempio di come la vaccinazione non garantisca l’immunità.

Tuttavia ciò non si traduce in un cambio di direzione rispetto alla strada intrapresa con la campagna di inoculazione su scala planetaria. Secondo il professor Alessandro Meluzzi, intervenuto in diretta con Fabio Duranti, ci sono due possibili spiegazioni dietro questo comportamento: “O ci troviamo di fronte a una forma di follia collettiva che ha abdicato alla logica, oppure ci troviamo di fronte a una miscela tra follia collettiva e logica sottostante non visibile. Questa io credo che sia l’ipotesi più probabile”.

Ecco l’opinione del Prof. Meluzzi a Un Giorno Speciale, con Stefano Molinari.

“Le cose che noi stiamo dicendo, che sono la logica dei fatti, quanto rendono? Niente. Una narrazione permanente di questa natura, quanto rendono per esempio alla Pfizer? E’ chiaro che ha delle risorse sterminate per continuare la sua campagna di marketing. Mi sembra molto semplice. E’ una campagna di marketing che non deve finire. L’ideale è che poi ogni sei mesi tu ti faccia un vaccino Pfizer, variamente corretto e alla fine questo crea dei fatturati. Quale modello migliore c’è della totale sanitarizzazione della vita di tutti?”.