La frammentazione della società in due blocchi, vaccinati e non vaccinati, è ormai palese agli occhi di chiunque. Una contrapposizione netta che vede da una parte chi ha deciso di sottoporsi alla vaccinazione e dall’altra chi, invece, ha deciso di non farlo. La faglia potrebbe estendersi ancora di più qualora il Governo dovesse introdurre il green pass, che permetterebbe solamente ai vaccinati di accedere ad alcuni luoghi pubblici che prevedano assembramento. Una misura che, addirittura, potrebbe essere estesa ai mezzi pubblici come treni e bus. Valerio Malvezzi si schiera contro la “guerra” in atto tra le due fazioni. A ‘Un Giorno Speciale’, l’economista ha dichiarato: “L’umanità si sta spaccando. Quando io rivendico la mia neutralità dicendo che io non sono un virologo lo faccio perché sono ai limiti della sopportazione umana: siamo come i guelfi e ghibellini, stiamo andando verso una guerra civile e ideologica e siamo gli uni contro gli altri. I guelfi sono pro vax e i ghibellini no vax e viceversa”.

L’esperto ha poi spiegato come “Le persone che si sono vaccinate chiedono conferma sul fatto che gli altri siano vaccinati: è un meccanismo psicologico derivante dal dubbio di non aver fatto la cosa giusta e poi diventano aggressivi”. Una tecnica, dunque, che le persone vaccinate metterebbero in atto quasi per legittimare la propria scelta di sottoporsi all’inoculazione.

Un comportamento che comunque non è isolato. A detta di Malvezzi, la medesima cosa farebbero anche i no vax, che avrebbero un comportamento violento verso chi ha preso la decisione opposta alla loro: “La stessa cosa succede anche nell’altro gregge: i no vax diventano aggressivi contro chi si è vaccinato e cercano di convincerli che i big pharma abbiano creato il Covid. Io sono contro l’imposizione e vorrei capire qualcosa in un dibattito scientifico serio. Tutti urlano e strepitano e nessuno fa capire come stanno le cose: vorrei una tribuna politica con toni pacati senza quel tono accusatorio e violento. L’altro giorno un mio caro amico sociologo ha fatto una lezione nella mia accademia e ha detto: “Uno scienziato non può mai dire ‘Tu non sai niente'”. Quando io vengo qui, porto dei dati e se un’altra persona mi dice che ho sbagliato, mi deve dire dove. Questo discorso non è possibile né in campo economico che medico: nel campo medico invadiamo la libertà delle persone”.