L’agosto degli italiani sarà segnato dalle nuove misure del Green Pass. Manifestazioni e proteste contro l’obbligo del patentino vaccinale hanno costellato le principali piazze italiane. Se si assiste ad una momentanea accelerazione delle prenotazioni per il vaccino, questa potrebbe rivelarsi una reazione solo temporanea alle misure del governo Draghi. L’obbligo imposto in maniera latente rischia di alzare i toni dello scontro, arrivando ad una contrapposizione ideologica tra fazioni. Il rischio è una possibile bomba sociale.
L’esclusione di una buona parte della popolazione non vaccinata dai luoghi pubblici segna il passaggio dal dialogo alla scelta obbligata senza mediazione. Marco Antonellis ai microfoni di “Un Giorno Speciale” propone un modello alternativo basato su un’azione di convincimento e non di obbligo. L’obiettivo per Antonellis deve rimanere un dialogo aperto e inclusivo capace non di imporre ma di invitare con incentivi la popolazione alla vaccinazione.
L’opinione del retroscenista ai microfoni di Francesco Vergovich.
“Draghi con questa politica di terrorismo mediatico, considerando anche le cose dette in conferenza stampa, rischia di ottenere cose controproducenti. Intanto il muro contro muro con chi non è favorevole: dopo quelle dichiarazioni ci sono stati subito assembramenti di massa. Così inasprisci e rendi ancora più difficile l’obiettivo. L’altro motivo è che nessuno può essere così ingenuo da convincere milioni di italiani: solo pochi si vaccineranno sull’onda dell’emotività ma non vai a risolvere il problema.
Non siamo poi assolutamente pronti alla riapertura delle scuole. Il Governo non ha fatto assolutamente nulla sotto il piano del discorso scolastico per quanto riguarda i trasporti. Non si risolve con il Green Pass questa cosa. Le scuola non sono messe in sicurezza e sarà difficile prevedere controlli adeguati. Difficilmente lo risolvi con una tessera.
Bisognerebbe puntare non repressione ma dare incentivi alla gente che non si è vaccinata. Farebbe comodo anche all’economia ed eviterebbe messaggi fuori luogo.
Anziché paventare assenze di stipendi o licenziamenti, come ha fatto Confindustria, diamo un incentivo a chi ha fatto il vaccino. Questo probabilmente sarebbe un incentivo migliore rispetto alle minacce per convincere i dubbiosi. Bisognerebbe cambiare l’impostazione, incentivare anziché reprimere. Sicuramente una parte non farebbe ugualmente il vaccino ma il governo potrebbe rilanciare l’economia. Aiuterebbe questo piuttosto che imporre divieti. Ci sarà sempre una minoranza che non lo farà ma ci saranno quelli che in campo di un incentivo concreto lo farebbero.
Green pass? Oltre ai divieti imposti finora ne verranno messi altri ancora più stringenti sui trasporti e altro. Siamo davanti ad un palliativo. Il problema non è mettere il Green Pass sui trasporti, ma permettere alla gente di viaggiare tranquillamente senza essere ammassata.
Fare un esposto a Draghi per quanto ha detto in conferenza? C’è libertà di parola, non penso ci siano estremi per farlo. È la sua opinione, fa parte della dialettica. Al Governo hanno capito che c’è uno zoccolo duro di italiani che non ne vogliono sapere e hanno cominciato a colpire duro, anche con quella conferenza stampa, per saggiare il terreno. Le misure saranno più stringenti: al momento lo hanno fatto solo per sondare il terreno”.