Ha fatto ampiamente discutere la presenza alla manifestazione LGBT di Milano di un soggetto che si è travestito da Cristo rigorosamente in abiti arcobalenici e con i tacchi a spillo. Un’immagine scabrosa che rivela inconfondibilmente come i militanti delle lotte contro tutte le discriminazioni si sentano poi autorizzati a ridicolizzare, offendere e discriminare chi ancora creda nel Dio dei Cieli e in Cristo.

Chiedono rispetto e poi sono i primi a mancare di rispetto.

Gli stessi che con il Ddl Zan vogliono punire chiunque critichi il nuovo ordine erotico, vogliono poi poter offendere impunemente la religione e i suoi simboli in nome della libertà di espressione. Dietro l’arcobaleno policromo, si nasconde il monocromatismo tetro della civiltà dei mercati apolidi.

Mi soffermerò sulla dialettica di sdivinizzazione e desacralizzazione in atto. La logica dialettica di sviluppo del capitalismo è quella di una colonizzazione integrale dell’immaginario e del mondo della vita da parte della forma merce. Per questo il capitalismo è già da tempo entrato in conflitto con la religione: il capitalismo necessita oggi solo di consumatori, dunque deve annientare tutto ciò che si opponga a questa mercificazione.

In primo luogo si produce la profanazione, dopo giunge la dissacrazione, come per altro dimostrato dalle tragicomiche scene della manifestazione di Milano, con il Cristo indegnamente trasformato nel guerriero delle battaglie LGBT per i capricci consumistici individualizzati.

È curioso quanto patetico vedere soggetti che praticando con convinzione la dissacrazione pensano di essere rivoluzionari. In realtà sono cultori ignari del potere capitalistico.

RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro