Si ricomincia a parlare del Ponte sullo Stretto di Messina, lo abbiamo detto, e si pensa che sia un’opera oggi fattibile. Il punto non è se è fattibile o no, il punto è se nel farlo si prendono tutte le precauzioni. Perché dico questo? Perché la magnitudo stimata del terremoto massimo che si può aspettare lì, secondo gli esperti, si aggira attorno a 7,5 Richter. E’ una stima ragionevole rispetto al terremoto del 1908, tra Reggio Calabria e Messina, lungo quella stessa faglia che fu valutato 7,1 Richter.

Ma è il massimo che ci possiamo aspettare? Due casi ci dicono che bisogna stare attenti, e vengono entrambi dal Giappone. Uno è il terremoto del 1995 a Kobe. Quel terremoto investì la cittadina con una magnitudo superiore a quella attesa, superando magnitudo 7. Fece 6000 morti e il ponte di Akashi, ponte a campata unica attualmente più lungo del mondo con 1600 metri, ebbe uno spostamento di 130 centimetri di un pilone.

Non era ancora in funzione e, per questa ragione, fu riprogettato e ricostruito. Dunque l’errore fu di sottostimare la magnitudo e avere dei morti avendo implicato quei soldi sul ponte invece di averli messi per rendere più sicure le case. La seconda questione è il terremoto di Sendai del 2011 quello che, a causa del fatto che non fu stimata correttamente la magnitudo massima attesa e arrivo addirittura a 8,9 o 9 Richter, lo tsunami conseguente ebbe ondate più alte di quelle che si prevedevano per cui era stato costruito un muro di contenimento che però fu scavalcato dalle onde del mare.

Due casi in cui in Giappone, patria dei sismologi e nazione all’avanguardia, le stime della magnitudo sono state sbagliate. Per questa ragione forse, quando si parla del Ponte sullo Stretto di Messina, dobbiamo cercare di ragionare su queste stime e magari renderle più sicure. Questo significa spendere più soldi sul ponte. L’enigma rimane sempre quello: che spendere tutti questi soldi per un ponte che, se ci fosse un terremoto veramente così forte, unirebbe soltanto due cimiteri?

GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi