Qualsiasi campagna elettorale che si rispetti ha come pilastro i programmi portati avanti dai candidati a governare questa o quella amministrazione pubblica. Non farà eccezione la corsa alle Amministrative del prossimo autunno, che vede tra le città in ballo anche la Capitale d’Italia: Roma. Quando si parla di elezioni con lo sguardo rivolto al Campidoglio la lista delle promesse, poi da convertire in cose da fare, diventa davvero sterminata.

Rifiuti, viabilità, sicurezza in cima alle priorità dei romani e di chi si impegna a governarli. Non manca mai nei dibattiti pubblici anche il riferimento alle cosiddette “municipalizzate” e ai servizi carenti. Tutti temi all’ordine del giorno che ogni candidato a sindaco si è impegnato nel tempo a risolvere, ottenendo alla fine un nulla di fatto reiterato fino ad oggi.

Una diversa idea di come amministrare Roma l’ha presentata in diretta Enrico Michetti, chiamato dal centrodestra per diventare il futuro inquilino di palazzo Senatorio. Intervenuto in diretta con Fabio Duranti e Francesco Vergovich, l’avvocato ha commentato così: “Piuttosto che fare programmi nuovi, in cui devi ricostruire tutto da capo, noi prima dobbiamo vedere quello che funziona, quello che c’è, quello che si può riadattare, ricostruire, rigenerare. Questa è l’opera del sindaco”.

Ecco il parere del Prof. Michetti a Un Giorno Speciale.

“Io sento tanti programmi. I programmi contano poco, perché tu devi andare all’interno del Ministero delle Infrastrutture e sbloccare tutte le pratiche incagliate. Di progetti ne sono stati fatti a migliaia, soltanto che sono rimasti sulla carta.

Tu devi capire il capitale umano: quanto di quel capitale umano va formato, quanto di quel capitale umano è stato accantonato, quanto di quel capitale umano è stato messo da parte per pregiudizi politici, quanto di quel capitale umano non è stato per nulla valorizzato.

Piuttosto che fare programmi nuovi, in cui tu devi ricostruire tutto da capo, noi prima dobbiamo vedere quello che funziona, quello che c’è, quello che si può riadattare, ricostruire, rigenerare. Questa è l’opera del sindaco.

Se io ho delle strade totalmente divelte, non parlo di Roma, che hanno bisogno di un intervento urgente è chiaro che io non posso aspettare quattro mesi una gara. È chiaro che io devo avere poteri commissariali per poter intervenire immediatamente. Bisogna capire il problema come ti si para dinanzi. Ma questo lo sai quando tu entri nel meccanismo, quando tu entri nella macchina. E quando tu entri nella macchina, però, tu devi conoscere tutte le opportunità che quella macchina ti dà. La macchina ti dà una molteplicità di pulsanti, che se tu li sai azionare con competenza, tu trovi la risoluzione a ogni caso. La macchina burocratica è stata costruita in maniera molto complessa, hai tante norme in contraddizione tra di loro che andrebbero tutte disboscate, tagliate, tolte. Ma poi non devi tagliare troppo perché quando c’è una norma, quella norma è a presidio di qualcosa”.