Che cosa è la scienza se non una “sintesi di esperienza e ragione, acquisizione di conoscenze verificabili e da discutere pubblicamente (e quindi libera da ogni principio di autorità)”? A darne una definizione quanto mai esauriente, in tempo di Covid e dibattito scientifico quotidiano, è l’enciclopedia Treccani che in poche righe sembra quasi rispondere a chi lamenta un’assenza di contradittorio alle voci ufficiali.

Quello a cui assistiamo da troppo tempo ormai, sin dall’inizio dello scoppio della prima ondata pandemica, è la continua presenza di esperti su tutti gli spazi mediatici a disposizione. Un problema che tocca soprattutto la tv che dovrebbe essere dei cittadini, ovvero la Rai, che invece ha fatto da apripista del pensiero unico. Nessuna poltrona riservata a tutti quei medici, virologi, anch’essi scienziati. Se non per catturarli nella rete e riservare loro l’angolo del ridicolo, come già accaduto in passato.

Tuttavia andando a fondo delle parole pubblicate dalla Treccani alla voce “scienza” qualcuno dovrebbe aprire gli occhi e rendersi conto del vero significato dietro a questo “insieme delle discipline fondate essenzialmente sull’osservazione, l’esperienza, il calcolo”. In diretta con Francesco Vergovich, Fabio Duranti ne ha dato lettura e ha espresso un commento al riguardo.

Ecco l’intervento di Fabio Duranti a Un Giorno Speciale.

“Dove avete visto discutere pubblicamente le cosiddette basi scientifiche con le quali lorsignori ci hanno privato delle nostre libertà conquistate? Dove sono? Dove sono le basi scientifiche di confronto pubblico? Il confronto pubblico libera da ogni principio di autorità, cioè non devono essere le autorità a dire quali sono le regole che governano il mondo e la natura umana. Deve essere la scienza, che è confronto pubblico.

Ora, noi possiamo chiamare scienziati i ‘bubu’ che vanno nella tv pubblica a pontificare pagati da noi? Sono pagati per questo. Ci sono degli agenti che trattano con il servizio pubblico della Rai, maledetti, per propinarci la loro unica verità. Loro sono l’antiscienza, perché non hanno mai avuto il coraggio di fare un confronto pubblico con le persone.

Scusate signori, ma se questa è la scienza le persone che oggi dicono di esserlo sono dei falsari, sono dei mentitori, sono dei cialtroni, perché non hanno mai avuto un giorno di confronto sulle reti pagate dai cittadini per essere pubbliche sui motivi che ci hanno imposto le restrizioni alle nostre libertà.

Voi parlate di scienza in televisione? Non potete farlo, perché c’è scritto qui. Voi dovete discutere pubblicamente con chi ha un’idea e chi ne ha un’altra, con chi ha una teoria e chi ne ha un’altra. I vostri non sono dogmi, dovete discutere”.