Una costante delle cronache del nostro tempo è rappresentata dagli episodi di violenza sulle donne. Una problematica sociale che negli anni ha trovato sempre più spazio nel dibattito, anche grazie ai movimenti che si sono formati per dire basta a stupri e abusi. L’attenzione è sicuramente cresciuta, lo dimostra anche la rilevanza che casi di questo genere hanno avuto sulla stampa nazionale. Ma dal punto di vista delle risposte al fenomeno cosa è stato fatto?

Di recente un’iniziativa è partita dall’Università Statale di Milano, che a marzo nel corso della Settimana della legalità 2021 ha presentato l’Osservatorio Violenze sulle Donne. Attraverso un sito web dedicato, il portale raccoglie contributi e materiali sul tema. Un lavoro portato avanti anche dalla professoressa Marilisa D’Amico, ordinaria di Diritto costituzionale e Prorettrice a Legalità, Trasparenza e Parità di diritti, che ne ha spiegato le finalità in diretta con Luigia Luciani e Stefano Molinari.

Ecco l’intervento della Prof.ssa D’Amico a Lavori in corso.

Violenze e stupri tra giovani e giovanissimi

“Quello che è importante, a mio avviso, è che tutti siamo consci dei numeri della violenza e anche dell’età quando succedono queste cose, dove avvengono questi fenomeni. Un aspetto che fa abbastanza riflettere è che comunque gran parte delle violenze e degli stupri avvengono tra i giovani e i giovanissimi. Questo è un dato su cui riflettere, perché occorre quindi che anche i giovani e i giovanissimi siano avvertiti su quello che fanno.

Sono giovani anche i violentatori. La gran parte delle violenze avvengono in famiglia, in situazioni familiari di difficoltà, anche nelle relazioni tra coniugi ed ex coniugi. Però se facciamo una statistica degli stupri e delle decisioni dei giudici, quello che emerge è che una volta su tre si tratta di violentatori giovani, ragazzi sotto i 30 anni. E le vittime hanno nella maggior parte dei casi tra i 18 e i 24 anni: sono dati che fanno riflettere, significa che dobbiamo fare di più”.

Pene inasprite

“Di recente il Codice Rosso ha portato la pena contro la violenza da un minimo di 5 a un minimo di 6 e da un massimo di 10 a un massimo di 12. Quindi oggi la pena è dai 6 ai 12 anni, che può essere aumentata ancora di più se poi, per esempio, io ho fatto ubriacare la vittima o in altre circostanze. Quindi le pene sono gravi e sono gravissime.

Se la denuncia c’è, oggi chi va a denunciare ha una corsia preferenziale. Entro tre giorni deve essere sentita da un giudice. Prima non era così, poteva passare anche qualche mese. Quello che è ancora lungo in Italia sono i tempi dei processi e anche le sentenze”.