Sentivo con tensione, con dolore e con curiosità quanto sostiene Moni Ovadia che, come sapete, è un attore, uno scrittore, un intrattenitore ebreo. Ovadia dice che lui è ebreo come pochi, e lo rivendica naturalmente, ma non è per niente sionista. Questa è una questione molto delicata e molto scivolosa. Soprattutto quando si vedono accadere i fatti che stanno accadendo adesso in Israele e in Palestina, cioè quando si vede la pioggia dei razzi o quando si vede morire bambini e civili in numero così illimitato.

Quello che colpisce però nei territori è soprattutto la condizione di vita della popolazione che non è davvero decente. Avendoli visitati diverse volte, non è migliorato nulla nel corso di questi ultimi 30 anni. Questo naturalmente si scontra con la realtà di Israele come unica democrazia di quelle parti. Ma si può essere contro la politica di Israele, contro Netanyahu, e non essere per nulla antisemiti. Anzi, si può essere convinti che la Shoah è stata la più grande tragedia della storia e che va sempre ricordata. Sostanzialmente come fa Moni Ovadia stesso.

La cosa migliore forse è regolarsi come fanno tanti ebrei che contestano questa politica espansionistica e, nello stesso tempo, rivendicano però il loro diritto-dovere a dire e a fare questa critica proprio in quanto ebrei. E’ difficilissimo mantenere una posizione equilibrata in questo. Sarà mai possibile avere due Stati, veri però, coesistenti nello stesso posto? Temo che sarà molto difficile. Quindi il sogno di una realtà palestinese in quei luoghi è molto lontano. Forse non si realizzerà mai.

Quale sarà la soluzione allora? Mantenere ancora questi palestinesi in uno stato sostanzialmente di prostrazione? Oppure quali concessioni si possono fare? E come giocano, in questo scacchiere, un ruolo anche gli altri Stati arabi, gli Stati Uniti e tutti gli altri? Mi sembra che qui, tra tante prese di posizione, si perda di vista il fatto centrale: la tragedia che dura ininterrotta da mezzo secolo e forse più. Il fatto che nessuno, ma davvero nessuno, ci ha messo mai quella buona volontà e quelle forme di aiuto che servirebbero per realizzarla, è un grande dolore.

GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi