Non solo arte e intrattenimento, spesso il cinema sa penetrare così a fondo nella realtà da essere quasi profetico. Sono tanti i film che nel loro dipinto sono riusciti a pennellare sfaccettature che poi si sono palesate con più forza anni dopo la loro pubblicazione. Tra questi possiamo citare “Il medico della mutua”, lungometraggio di uno dei più grandi della storia del cinema italiano, Alberto Sordi.

Mentre la dicotomia tra medicina pubblica e privata iniziava ad affermarsi con prepotenza, l’attore romano, già ne ’68, riuscì a descrivere la mutazione del malato da paziente a cliente, con tutte le conseguenze negative che oggi conosciamo. La medicina così ha visto la sua essenza intrecciarsi sempre più con la natura economica, privilegiando spesso più il marketing che la cura.

Del film di Alberto Sordi e della sua lettura in questo particolare periodo di Covid-19 ha parlato Sandro Torella, attore e autore satirico, a ‘Un Giorno Speciale’ in compagnia di Francesco Vergovich.