“Non è un cigno nero, ma un cambiamento pianificato e deliberato“: così Valerio Malvezzi avverte da tempo riguardo i cambiamenti planetari che sta comportando la guerra al coronavirus. Non c’è alcun cigno nero, alcun evento straordinario, alcuna incidentalità secondo l’economista, che esprime questa tesi sulla base di dati; dati impressionanti su quanto sia cambiata la vita delle persone dalla fine del 2019.
Tanti hanno cambiato lavoro, molti lottano ancora per non farlo, altri addirittura, festeggiano. Perché?
Perché il Covid e il cambiamento innescato nella società ha fruttato miliardi ad aziende che fanno del distanziamento il proprio cavallo di battaglia (food delivery, e-commerce, ICT).
Questi i numeri di quello che è un vero e proprio reset economico spiegati dal professore a ‘Un Giorno Speciale’.
Valerio Malvezzi: “Guardate i numeri del business” – “Voi sapete che io sono molto reticente a parlare di mascherine, ma vi do due numeri per parlare della dimensione del problema: secondo la FAO ci sono 27 paesi di tre continenti, da 150 a 270 milioni di persone, che soffrono di fame acuta. I posti di lavoro persi a livello mondiale per il coronavirus sono 400 milioni.
Lo stravolgimento dell’economia mondiale del quale parlo nei miei romanzi di fantascienza, sapete quante persone riguarda? Due miliardi.
Sapete quanto esprime in termini di posti di lavoro il cambiamento del Covid?
Beh, la forza di lavoro interessata da questa dimensione planetaria è il 62% della forza lavoro del mondo.
In questa ora nella quale noi stiamo dibattendo muoiono per la fame 15 bambini, cioè 357 al giorno, 2500 alla settimana, 10mila al mese.
Di queste cose io non sento parlare.
Quindi io non parlo mai di mascherine, ma che dietro ci sia un business miliardario, ed è stato pubblicato un articolo su “Il Sole 24 Ore” con le connessioni tra BlackRock, Facebook, le società di comunicazione ecc… è tutto legato. E anche quelli che producono i vaccini, le farmaceutiche.
Che ci sia un cambiamento di sistema economico a livello planetario è fuori dubbio, e la malattia è solo uno dei tanti tasselli.
In questo momento, a differenza degli anni ’90, ci sono poche persone che prendono decisioni per l’intero pianeta.
Direte “è sempre stato così”. Secondo me è una scala di misura diversa. Noi, cioè, stiamo andando verso un’accelerazione incredibile della perdita di democrazia mondiale“.
Fabio Duranti: come faceva Arcuri a sapere? – “Quando a marzo 2020 il neonominato commissario Arcuri, ora sotto inchiesta, comperava le macchine per costruire le mascherine in un momento in cui l’OMS e tutti gli studi dicevano che non servivano a nulla e nessuno le portava, lui già sapeva che sarebbe diventato un business?
E’ chiaro che lui doveva sapere quale sarebbe stato il business del futuro, perché era un progetto. Non poteva non esserlo. Come fai a fare un’operazione del genere in quel momento storico?”