“Filippo Inzaghi, ti resta una sola partita per riscattare tutta una stagione buia. Lascia da parte le pulsioni distruttive, sii umile, come ho sempre creduto tu fossi”.

Innanzitutto onore al Crotone, che anche se oramai retrocesso ha giocato fino all’ultimo minuto e oltre, in dieci uomini, e poi pareggiato la partita, inguaiando così, ancor di più, il Benevento.
Oggi potrei ‘sparare bordata’ su Inzaghi, ma spero di riuscire a controllarmi fino all’ultimo rigo di questo articolo, e non farlo. Perché in fondo non riesco a inveire contro una persona cui ho sempre stimato, ma che probabilmente, in questo momento, non è in grado di capire lucidamente quali dinamiche inconsce lo abbiano portato dalle stelle alle stalle, in poco tempo, durante questo campionato.

Non riesco a credere che Filippo Inzaghi sia un sado-masochista che con alcuni ‘sottoposti’ diventa cinico, svalutante (appunto, sadico) e con i suoi ‘superiori’ goda nel farsi sottomettere, umiliare, svalutare, traendo piacere dal dolore che deriva dalle suddette condizioni (calcistiche in questo caso) che in fondo, egli stesso crea e ‘si’ crea. Perché il responsabile delle scelte dei calciatori è lui e solo lui! Non azzardo a pensare che Foggia e Vigorito, facciano la squadra e poi la impongano all’allenatore.
Tutto lo staff, però, si deve assumere la responsabilità di questo fallimento! Perché di fallimento si tratta! Anche se (come mi auguro) il Benevento dovesse restare in A. Oggi non c’è nessun alibi cui appigliarsi. Il Benevento ha giocato male e l’allenatore ha sbagliato i cambi.

Certo, faceva caldo. Ma la temperatura era alta per tutti. Nessun allenatore medio difende l’1 a 0 con una classifica simile e soprattutto avendo sul terreno di gioco un uomo in più, per quasi tutta la partita.
Gli ultimi articoli che ho scritto sul Benevento, mi hanno visto lucido analista delle problematiche di gioco. Certo, non mi sono mai illuso che Inzaghi, o chi per lui, prestasse attenzione ai miei contenuti. Ma con dolore nel cuore, devo riconoscere, per l’ennesima volta, di aver avuto ragione.
Filippo Inzaghi, ti resta una sola partita per riscattare tutta una stagione buia. Lascia da parte le pulsioni distruttive, sii umile, come ho sempre creduto tu fossi; e non dimenticare che i calciatori sono speculari agli allenatori. Ti consiglio l’ascolto di una bella canzone di Daniele Silvestri: “Le cose che abbiamo in comune”. E in bocca al lupo, amata Strega!

Mimmo Politanò