Le similitudini potranno sembrare forti, grottesche addirittura; però non fuori luogo, viste le dinamiche che accomunano i fenomeni. Ci viene infatti da pensare a come la condotta dissennata di storici partiti politici possa favorire la nascita e il seguito di certi movimenti populistici, in Italia come altrove; oppure, ci viene in mente a come nell’epoca della Guerra Fredda sono stati letteralmente “allevati” e foraggiati alcuni movimenti terroristici che poi si sono ritorti contro i propri creatori.

Ecco, allora, che troviamo calzante il paragone con l’UEFA che per tanti, troppi anni mette in pratica determinate logiche, esasperandole, per poi ritrovarsi a prendere atto (sorprendentemente?) che le “serpi” che ha allevato in seno scelgono di nidificare da un’altra parte: non solo fuori, ma addirittura contro.

È singolare, quasi cinematografico per la concomitanza fra l’uscita della notizia e lo scoppio di quel bubbone chiamato SuperLega, ma non per questo sorprendente, il fatto che l’avvocato Aleksander Ceferin, Presidente UEFA, abbia percepito per il 2019/20 uno stipendio lordo di 2.421.539 franchi svizzeri, pari a circa 2,19 milioni di euro, con un aumento lordo che ammonta a circa 450.000 euro rispetto alla stagione precedente. Concedeteci di appioppargli il soprannome “Iban il terribile”, anche se lui è sloveno e non russo.

Nel frattempo, a proposito della SuperLeague, che sarebbe stata tanto logica ed efficace dal punto di vista economico per i suoi componenti, quanto elitaria e quindi iniqua da quello sportivo, dobbiamo dire che per osteggiarla tifoserie e grandi calciatori ci hanno subito messo i sentimenti e la faccia; i dirigenti di entrambe le fazioni, a livelli apicali come vedete, hanno dimostrato una volta di più, ma più delle altre volte se permettete, che questa vicenda è stata una contesa per stabilire quale delle due parti sia più egoista e colpevole dell’altra.

Paolo Marcacci