Il popolo italiano è stanco e spaventato: stanco di non poter lavorare, spaventato all’idea di non riprendersi mai più economicamente. Lo ha manifestato, nel vero senso della parola, nei giorni scorsi riempiendo le piazze e le strade e urlando a gran voce la propria disperazione. Riaprire per non morire: questa la richiesta.
Intanto circolano rumours sui palazzi del potere: si parla di un possibile slittamento di Roberto Speranza dal ruolo di Ministro a una carica diversa, in Europa o nell’OMS, allo scopo di lasciare libera la poltrona della sanità.
Stefano Molinari e Luigia Luciani hanno parlato di questo con il Senatore del PD Antonio Misiani che sulla questione riaperture non ha dubbi: farlo, ma in sicurezza e secondo il piano vaccinale. Sulle voci di palazzo invece arriva il suo netto “no comment”. Ecco la sua intervista.
“Abbiamo fatto il punto sulla situazione sanitaria economica e sociale e la nostra priorità è riaprire, ma farlo in condizione di sicurezza e in modo irreversibile. Dobbiamo mettere fine al derby aperturisti rigoristi, alla lotteria delle date e dobbiamo dare certezze. Il punto è come riaprire. Dobbiamo evitare che l’Italia diventi un’enorme Sardegna. C’è un piano di vaccinazione, stabiliamo degli obiettivi, verifichiamoli regione per regione e su questi, oltre che in relazione ai dati epidemiologici, riapriamo progressivamente e allentiamo le misure.
La vaccinazione sta accelerando, le prossime settimane saranno decisive. Questo è il punto chiave per qualunque ipotesi di riapertura. Dire riapriamo a maggio o giugno senza sapere a che punto saremo con la vaccinazione rischia di creare solo false illusioni.
Speranza a rischio? Sono solito non commentare i retroscena. Credo che abbia lavorato e stia lavorando bene in una situazione drammatica. Si è caricato responsabilità di grande portata nell’ambito di un gruppo che prende le decisioni collettivamente. C’è stata una crisi di governo nel frattempo, ma le scelte sono state assunte nella collegialità”.