Il discorso del senatore Gianluigi Paragone nel corso della discussione delle mozioni di sfiducia individuale 1-00341, 1-00342 e 1-00343 nei confronti del Ministro della salute, onorevole Speranza.

“Signor Presidente, signor ministro Speranza, lei è definito un rigorista. In altri linguaggi la contrapposizione era tra falchi e colombe, ma lei è un rigorista, ministro Speranza, perché è molto severo e molto duro nello scrivere e nel far rispettare le regole. Però, per essere rigoristi, bisogna anche avere un’intelaiatura morale ed etica degna del rigore che si vuole perseguire. E allora vediamo qual è il suo rigore morale ed etico, ministro Speranza.

Talvolta lo si capisce anche dai dettagli, per esempio quello di non sollevare lo sguardo mentre qualcuno parla di lei e con lei sulla mozione. Oppure il dettaglio di scrivere dei libri il cui titolo è: «Perché guariremo. Dai giorni più duri a una nuova idea di salute». Il problema non è scrivere i libri; il problema è scrivere i libri, portarli in libreria e poi farli ritirare dalla vendita, perché questo vuol dire che c’è una rete di amicizie e di protezione che in qualche modo avvolge il suo operato. Le assicuro che nel mondo editoriale non funziona così; si scrivono i libri e si avvia una catena aziendale, per cui quel libro arriva in libreria e deve essere venduto, perché quello è il core business di una casa editrice. Ma evidentemente lei ha una rete di amicizie che le consente addirittura questo passaggio. Io non credo che alla #Feltrinelli si faccia sempre così; ma questo può essere un suo problema con la Feltrinelli. Vi è però un altro problema: lei riesce sempre a prorogare e a prolungare l’inganno per cui finge di voler far sapere agli altri, ma poi nega loro la possibilità di conoscere. E quindi ritira tutto, non risponde, nasconde; la trasparenza non le appartiene. Ecco perché non può essere rigorista.

Per essere rigoristi bisogna avere assolutamente nella trasparenza un imperativo. Tante volte ho cercato di interloquire con lei sulle mascherine, su quelle mascherine che per esempio avete anche timbrato con il logo della Presidenza del Consiglio dei ministri, forse perché erano realizzate da FCA (altri amici). Eppure non ha risposto. Abbiamo fatto altre interrogazioni sulle mascherine, sui ventilatori, insomma su tutto quel materiale su cui adesso stanno indagando molti magistrati. Avrebbe potuto coinvolgere il #Parlamento, ma anche in questo caso ha preferito non rispondere alle interrogazioni, a meno che non fossero le interrogazioni degli amici. Questo è il problema: non rispondere ad altro che non sia appartenente a una rete di amicizie. Tutto questo ovviamente sta creando un meccanismo per cui lei dovrebbe essere il detentore del rigore e della verità. Ma non è così; anzi, il vostro gioco è quello di nascondere, di non far sapere e poi di colpevolizzare quegli italiani che si stanno comportando in maniera esemplare. Quelle mascherine, gli italiani è un anno che le mettono. Eppure magari stanno indossando delle mascherine, che avete fatto importare dalla #Cina, di cui una su due non è efficace, in termini di protezione, come dovrebbe. Ci sono procure delle Repubblica che stanno indagando, ma lei non vuole far sapere agli italiani la verità: questo è il tema.

Concludendo, signor Ministro, lo stesso vale anche per l’aggiornamento del rapporto pandemico, di cui lei era a conoscenza. Il tema non è se lei ha bloccato quel rapporto: no! Lei era però a conoscenza della gravità di quel rapporto e delle tensioni che stava generando, perché Ranieri Guerra le ha scritto e ha coinvolto la sua catena di comando. Quindi sapevate benissimo che il contenuto di quel rapporto stava creando subbuglio e tensioni all’interno della sua macchina ministeriale e dell’Organizzazione mondiale della sanità. Ancora una volta, però, lei, signor Ministro, ha assistito alla stessa operazione che ha fatto la Feltrinelli, ovvero far sparire i documenti. Ecco perché non dovrebbe essere più degno di fare il Ministro della salute”.