Un duro scontro ha animato ieri sera il salotto domenicale di La7. Protagonisti dell’accesissimo dibattito il giornalista e divulgatore Alessandro Cecchi Paone e un ristoratore napoletano scettico rispetto alle modalità di riapertura a partire da oggi. Due parti contrapposte, rappresentati di due visioni del mondo contrastanti.
Chi come il gestore dell’attività di ristorazione vorrebbe tornare al passato il prima possibile, quando a farla da padrone erano ancora calca e affollamenti all’interno dei locali. Dall’altra parte della barricata, invece, lo scrittore che ha dedicato di recente proprio un libro all’economia ‘No Store’ che ci attende nel futuro.
Per motivare le sue argomentazioni, Alessandro Cecchi Paone è stato ospite di Stefano Molinari e Luigia Luciani. Questo il suo intervento a “Lavori in corso”.
“Da quel signore a Napoli noto che si mangia malissimo perché la pasta alle vongole la fa per i turisti di passaggio. Da lì nasce tutto il problema. Il libro che ho fatto ‘No Store’ serve proprio per aiutarli a difendersi dai cambiamenti che ci saranno nel futuro. Piaccia o non piaccia a quel ristoratore che purtroppo tracollerà perché non si rende conto che il mondo cambia.
C’è questa fissazione che il problema è solo dei ristoratori. Senza i ristoratori io non mangio perché non so cucinare, però ci sono le palestre, ci sono tutti i poveri amici e colleghi del mondo dello spettacolo. Ci sono i tassisti, attenzione agli egoismi.
Quello che ho cercato di far capire al ristoratore è che dopo ogni guerra, ogni pandemia, cambia tutto. Quel signore pensa che noi riusciremo a ricominciare come eravamo un anno e mezzo fa. No, perché nel frattempo gli italiani hanno scoperto in massa che esiste il delivery, esiste il commercio online, che molte cose si possono fare scaricando e ordinando su internet. Bisogna saperlo, bisogna prepararsi e non bisogna essere travolti dalle novità.
Non è che si azzera la nuova abitudine. Sapete che Amazon quest’anno ha raddoppiato il numero delle sue spedizioni. Ora, non è che tutti continueranno a comprare tutto su Amazon, ma dopo che in molti lo hanno scoperto continueranno a farlo. Così come molti che hanno scoperto Netflix o Disney Plus continueranno a scaricare i film anziché aspettarli in televisione. Una volta che tu acquisisci una nuova abitudine in parte te la conservi.
Sulla digitalizzazione noi eravamo talmente in ritardo che abbiamo dovuto impararla con la pandemia. E poi c’è il problema che non abbiamo ancora la banda larga. Al signore della pasta con le vongole bisogna spiegare che quando tutti potranno utilizzare la banda larga con estrema facilità, se lui sta lì ad aspettare che qualcuno passi a prendersi la sua pasta di persona, farà fatica sempre di più.
Quello che voglio dire nel mio libro è di non stare abbarbicati al passato perché se succede un altro guaio grosso comunque potrete stare aperti e guadagnare, se accettate il nuovo mondo digitale”.