Il pregiudizio positivo – che sempre pregiudizio è, però – nei suoi confronti, per stima e simpatia, resta inalterato. Lo dobbiamo premettere perché, entrando ora nel merito delle sue dichiarazioni, la stroncatura non può che essere netta. Anche prendendo atto della rettifica alle dichiarazioni, arrivata in un secondo momento. 

– Penso di vivere in un paese laico : appunto, mister, laico non equivale a “paese di bestemmiatori”. Laico vuol dire affrancato da ogni condizionamento religioso altrui; nel caso di un governo, significa non retto da una teocrazia. Quindi laico non equivale a “paese che tollera le bestemmie” e, ancora meno, laicismo non equivale a libertà di espressione che renda plausibili finanche le espressioni blasfeme. 

Peraltro, qui ci sarebbe da aprire una parentesi su come il concetto di bestemmia o, se preferite, di blasfemia andrebbe esteso a espressioni che manchino di rispetto a qualsivoglia figura sacra, di qualsiasi religione; non solo a Dio, Cristo o la Madonna. Questo anche è un pregiudizio, in questo caso tutto di matrice cattolica. 

Tornando a Serse Cosmi, per chiudere la questione utilizzeremo un piccolo paradosso: è molto più perdonabile il fatto che a un allenatore scappi, a caldo, una bestemmia, pur se chiaramente evitabile, disdicevole, offensiva, rispetto alla pretesa di volersi giustificare in tutto o in parte chiamando in causa la laicità dello Stato. Anche perché ciò che non è sacro per noi può esserlo per molti altri, e viceversa. 

Paolo Marcacci