“Il Governo deve fare di più“: parola di Mario Draghi a cui fa ampiamente eco il comitato tecnico-scientifico. Potrebbero quindi arrivare da subito delle sostanziali modifiche all’ultimo Dpcm entrato in vigore il 6 marzo, modifiche che neanche nel Conte 2 avevamo visto, e regole più stringenti persino nelle zone gialle.
Per questo nella mattinata di martedì 9 marzo il premier ha convocato il Cts, segno che con ogni probabilità si parla di restrizioni (o addirittura lockdown) nel weekend – a mo di “Dpcm Natale” – ma anche di scuola e di zone rosse mirate.
Sulle possibili nuove direttive ci ha detto di più il giornalista marco Evangelisti a ‘Lavori in Corso’.
“Per ora la situazione è ancora confusa: il Cts ha sicuramente suggerito maggiori restrizioni. Quello che preoccupa non è solo l’aumento dei casi e la diffusione delle varianti, ma le notizie che arrivano dagli ospedali.
Teniamo conto che da metà dicembre non avevamo così tanti pazienti in terapia intensiva, con la differenza che allora stavamo cominciando la parabola discendente dei nuovi casi, mentre adesso siamo ancora nella fase ascendente, quindi i ricoveri in terapia intensiva sono destinati ad aumentare e non è così lontana quella drammatica soglia di 4000 che raggiungemmo nella prima ondata.
L’altro nodo su cui si sta discutendo è il weekend in rosso per tutta l’Italia come venne fatto durante le vacanze natalizie. C’era chi suggeriva anche semplicemente di anticipare il coprifuoco, ma farlo potrebbe essere controproducente perché significa concentrare le persone che escono in meno tempo.
Un ultimo tassello sarebbe rendere, secondo il Cts, un po’ più severe anche le zone gialle e le zone rosse provinciali e cittadine. Questo perché le attuali zone rosse (in Romagna e gran parte delle Marche) non sono così rigide. Non sono lockdown di massa, per capirci, per cui anche i tempi per ridurre il contagio si allungano“.