Le vie della crisi sono infinite. E nel caso italiano sembrano andare tutte verso una direzione negativa. Oltre all’emergenza sanitaria, a destare preoccupazione è il fronte economico: cosa ne sarà del sistema produttivo del Paese quando finiranno le chiusure da un lato e gli scarsi aiuti dall’altro?

Diversi osservatori notano infatti che insieme alla fine del covid, cesseranno di esistere anche tutte quelle piccole e medie imprese che hanno subito perdite considerevoli e nell’ultimo anno sono state più chiuse che aperte. Una situazione già di per sé drammatica, ma che potrebbe essere arricchita di nuovi elementi. Ne hanno discusso in diretta i professori Valerio Malvezzi e Enrico Michetti, ai microfoni di Ilario Di Giovambattista. Queste le loro parole in diretta.

“Che cosa succederà? Molto semplice. Succederà che prima o poi i risparmi finiranno. Quando i risparmi finiranno i piccoli imprenditori non riusciranno più a riacquistarsi le proprietà. E chi arriverà? Arriveranno i grandi fondi speculativi, prevalentemente americani. Ormai tutti stanno cercando di svendere. Arriveranno i compratori esteri e faranno man bassa delle imprese e anche dello Stato. E quelli che oggi ridono e dicono ‘ma io uno stipendio ce l’ho’ non dovrebbero essere molto felici perché io penso che quando ci sarà una sostituzione del Governo con oligarchie finanziarie non si avrà più bisogno di tanti lavoratori pubblici.

Se ci stiamo sbagliando lo vedremo il 30 aprile, quando il Governo Draghi dovrà presentare le famose “riforme” per i cosiddetti “contributi europei”. Che non esistono perché bisognerebbe spiegare alla gente che sono soldi delle nostre tasse. Ma il cappio sarà l’elenco delle cosiddette riforme che il Governo presenterà a Bruxelles. Se io mi sono sbagliato, chiederò pubblica ammenda. Se invece avrò avuto ragione sentiremo parlare di: riforma delle pensioni, riforma della giustizia, riforma del lavoro, togliere il contante e le case. Io mi auguro che la gente capisca che quello che ha detto il professor Michetti è quello che bisogna fare: non una lotta di classe poveri contro poveri, ma una lotta di tutti i deboli contro il potere forte dell’oligarchia finanziaria”.