Italia-Irlanda del Nord: la classica partita buona per le statistiche?
Sì e no, ma questo non toglie una certa importanza alla prima vittoria degli azzurri in vista dei mondiali in Qatar. Una certa importanza l’ha ad esempio il gol di Immobile, che digiunava da parecchio in azzurro e, a dirla tutta, aveva troppo bisogno di segnare per scrollarsi di dosso l’infame e scomoda accusa di non essere l’implacabile finalizzatore che conosciamo in campionato quando indossa la maglia azzurra.
Nel primo tempo si è vista la vera potenzialità della squadra di Mancini, al di là della forza discutibile dell’avversario di stasera. Difesa pragmatica, centrocampo volitivo, attacco un po’ sprecone. E nel secondo tempo scialbo degli azzurri si è pagato anche questo, anche se l’Irlanda non ha presentato un conto salato a Donnarumma.

Una certa importanza, alla fine, ce l’hanno anche le statistiche. Come quelle dei risultati utili consecutivi: preceduto dai soli Vittorio Pozzo (30 risultati utili consecutivi) e Marcello Lippi nel biennio 2004-2006 (25 risultati utili consecutivi), il Mancio, con 23 risultati utili di fila, può puntare al colpo grosso nella settimana a venire contro avversari tutt’altro che irresistibili.
Solo statistiche? Può darsi. Ma vincere aiuta a vincere e a prendere consapevolezza, una qualità che ti insegna solo la vittoria. A maggior ragione in un turno di pareggi inaspettati e dopo la vittoria della Svizzera, che con ogni probabilità sarà la vera antagonista del girone.

Dopo 5 mesi di inattività contava solo vincere: un obiettivo di una certa importanza, soprattutto stasera. Anche perché c’era da salutare una bella promessa di 19 anni al quale il completo azzurro della nazionale maggiore sarebbe stato benissimo.