“È irrazionale! Non possono chiudere in casa intere popolazioni per un virus come il Covid!” ▷ Fini

I misteri intorno al covid sono ancora tanti e probabilmente lontani dall’essere risolti. A oltre un anno di convivenza con il morbo ci si chiede infatti quale sia il migliore metodo per combatterlo e non solo in termini di cure. Sui cosiddetti “interventi non farmaceutici” si è aperto da tempo un capitolo che si continua ad arricchire di nuovi elementi, alcuni favorevoli ai rigoristi, altri che danno ragione agli aperturisti.

Dando uno sbirciata alla cartina geografica infatti sono molti i Paesi che nel corso di questi mesi hanno invertito la rotta su lockdown e chiusure, o non hanno mai adottato una linea dura. E’ il caso di Giappone, India, per non parlare della Svezia: tutti esempi di una via diversa nella gestione all’emergenza covid, soprattutto rispetto a quella che ancora vige in buona parte dell’Europa.

Un atteggiamento che il giornalista Massimo Fini, ospite in diretta di Francesco Vergovich, ha giudicato “irrazionale” tenendo presente il tasso di mortalità di questo virus. Questo il suo parere a “Un giorno speciale”.

“Era un incidente che proprio non ci voleva perché chiaramente la gente viene presa dal panico e più cerchi di rassicurarla più non ci crede. Del resto la paura è in sé irrazionale perché comunque i casi sono lo 0,00…qualcosa. Però è vero che anche irrazionale è che per una mortalità del covid, lo 0,15%, si chiudano intere popolazioni dal punto di vista sociale, economico e del lavoro. Secondo me l’irrazionalità comincia prima, quando ci fu l’asiatica non ci fu nessuna misura di questo genere. Ci si è dimenticati che si può anche morire nella vita.

Indubbiamente noi europei ci siamo fatti fregare perché abbiamo fatto contratti con le aziende farmaceutiche, che secondo me andrebbero messe al muro immediatamente, che non hanno rispettato i contratti. Non contente dei super guadagni che già avevano, hanno venduto parte di quello che dovevano dare a noi europei lo hanno venduto ad altre nazioni.

Detto questo, non si può fare il discorso salviniano e meloniano che allora l’Europa è meglio lasciarla andare. Adesso andranno al Governo, alle prossime elezioni, provino a togliere l’Italia dall’Europa. Nessun Paese europeo può resistere da solo, tantomeno l’Italia, contro questi grandi agglomerati che si chiamano Stati Uniti, Russia, Cina e soprattutto la finanza ebraica internazionale”.