Il report redatto dal Gruppo dei Trenta, l’organizzazione internazionale di finanzieri e accademici che si occupa di approfondire questioni di economia e finanza, lascia poco spazio all’immaginazione: “In quel documento dicono e scrivono che la politica deve prendere decisioni difficili e che dato che sono scelte dure è meglio che non le prendano i politici. E chi le deve prendere? Le istituzioni finanziarie. E perché? Perché non devono rispondere a pressioni del cittadino”.

Avete sentito bene: i politici non devono rispondere alle pressioni del cittadino. E questa la chiamiamo democrazia?

A parlare è il Prof. Valerio Malvezzi che in questo intervento a ‘Un giorno speciale’ ha analizzato alcuni passaggi inquietanti di quanto scritto dal Gruppo dei Trenta. Come se non bastasse, a rendere le cose ancor più preoccupanti sulla questione, c’è il fatto che uno dei membri onorari del G30 nonché Presidente della commissione che si è occupata di redigere il documento è il nostro nuovo Presidente del Consiglio: Mario Draghi.

Sono passati solo due mesi tra la pubblicazione di quel report e la sua nomina a Premier italiano. Draghi non ha mai preso le distanze da quelle parole, il ché, è evidente, significa solo una cosa: è in quella direzione che andranno le scelte di politica economica d’ora in avanti. E questo, ci spiega il Professor Malvezzi, per un’economia come quella italiana che si fonda su imprese-famiglia è una condanna a morte.

“Noi abbiamo fatto Presidente del Consiglio Mario Draghi che fa parte del Gruppo dei Trenta. Questi 30 banchieri due mesi fa scrivono che è necessaria la ‘creative destruction’. Dicono che serve per permettere che le risorse economiche e i posti di lavoro fluiscano dalle imprese che non sono più meritevoli di stare sul mercato a quelle che sono più meritevoli. Imprese che secondo loro non meritano più di vivere.

Noi abbiamo 30 signori che sono gli illuminati del mondo che dicono alla politica cosa fare. Dicono e scrivono che la politica deve prendere decisioni difficili e che dato che sono scelte dure è meglio che non le prendano i politici. Questi sono ‘consigli’. E chi le deve prendere? Le istituzioni finanziarie. E perché? Perché non devono rispondere a pressioni del cittadino. Ma ci rendiamo conto di cosa c’è scritto?

Il problema è che in Italia non abbiamo delle piccole imprese, abbiamo delle famiglie-imprese ed è l’unico sistema al mondo. Noi abbiamo un sistema particolare che è quello delle imprese-famiglia. Io ce l’ho con il Governo Draghi perché quello che si vuole imporre ai governi, e quando sei tu al Governo non devi più nemmeno suggerirle, è una politica economica che va contro le famiglie-imprese.

Draghi non è uno dei Trenta, ha un ruolo particolare nella stesura di quel documento. E quel documento deve essere rinnegato dal Presidente del Consiglio italiano”.