Se negli ultimi mesi una grossa parte del mondo, segnatamente quella occidentale, ha iniziato la propria corsa alle vaccinazioni, ora la campagna sembra in parte aver subito una brusca retromarcia. Sotto la lente di ingrandimento è finito infatti il terzo vaccino approvato in ordine temporale dall’Agenzia europea del farmaco, Ema: si tratta del prodotto dell’azienda AstraZeneca, vaccino che in Italia è stato cominciato a somministrare alla fascia di popolazione meno anziana come forze dell’ordine e docenti delle scuole.
I problemi di trombosi venosa e di embolia polmonare segnalati da alcuni soggetti che si sono sottoposti al vaccino AstraZeneca non solo ha imposta un rallentamento delle iniezioni, con una corsa all’indietro per il ritiro dei lotti incriminati in mezza Europa. Ma ha anche riportato in cima al dibattito il tema dei contratti che l’Unione europea ha firmato con le aziende farmaceutiche e cosa è previsto in caso di problemi come quelli che sono già emersi.
“Eventuali ricorsi dei cittadini e risarcimenti danni? Non paga mica il produttore, tutto è in capo agli Stati”: questa l’indiscrezione partita dal giornalista Marco Antonellis ai microfoni di Francesco Vergovich. Ecco il suo intervento a “Un giorno speciale”.
“Il problema dei vaccini parte da molto lontano. Non parte tanto da Roma, ma da Bruxelles, Parigi e Berlino, dalle scelte sbagliato e dai contratti capestro firmati a livello comunitario. Contratti che prevedono delle blande penalità dei produttori, contratti che non davano delle scadenze con tanto di data ai produttori. Produttori che quindi si sentono in diritto di fare quello che gli pare con l’Europa e magari di andarsi a vendere i vaccini su mercati più lucrosi.
Il problema è a monte. Draghi peraltro lo ha anche capito, tant’è che in queste ultime due, tre settimane, si sta sentendo spessissimo con la Merkel, spessissimo con quelli che decidono in Europa. Purtroppo sono state compiute delle scelte, in particolare sull’asse franco-tedesco (la Von der Leyen è la pupilla di Angela Merkel), troppo sbilanciate a favore dei produttori che potranno mantenere i brevetti. In poche parole: i guadagni saranno in capo alle aziende produttrici, le perdite saranno in capo agli Stati.
Anche eventuali ricorsi dei cittadini, risarcimenti danni. Non paga mica il produttore, tutto è in capo agli Stati. E’ incredibile, se poi firmi dei contratti del genere non ti puoi meravigliare che i vaccini non arrivino. Oppure magari li vendano su altri mercati dove guadagnano di più. Se firmi dei contratti di questo tipo, dopo tutti diventa possibile in negativo. Poi è chiaro: sono dei vaccini fatti di corsa, è ovvio che possono avere dei bug per usare un termine informatico. Ma i veri difetti, i veri problemi di questi vaccini li scopriremo da qui ai prossimi 2,3,4 anni. E’ ovvio che se anziché metterci 4 anni lo tiri fuori in 7 mesi, è evidente che qualcosa te la sei dimenticata. In corso d’opera usciranno fuori dei problemi, come già ora stanno uscendo fuori per alcune aziende produttrici di vaccini”.